Se dopo l’acciaio si passa con facilità all’auto elettrica, dopo Wikipedia si può passare alla WikiCar : questa l’ idea di un intraprendente gruppo finlandese che sta pensando di realizzare auto elettriche morbidamente social ed ecologicamente open source .
eCars – Now! è non a caso il motto del gruppo . Una community che cerca di applicare un approccio collettivo (a questo indirizzo il manifesto dell’iniziativa), facendo tesoro di una rete di contributori online, esattamente come accade per Wikipedia. L’obiettivo? convertire le auto “usate”, a propulsione tradizionale, in auto elettriche. E in fretta: i primi risultati sono attesi entro quest’anno .
Tutto il gruppo ha impostato il proprio operare secondo un approccio molto “open”: “Se riusciremo nel nostro intento, creeremo progetti simili in tutto il mondo, con i quali potremo condividere, grazie al Web, tutto ciò che sappiamo”, dice Jukka Jarvinen, uno dei partecipanti, precisando che un simile progetto sta decollando anche in Danimarca. “Vogliamo creare un movimento globale “, spiega.
L’aspetto Social e Open Source
All’avvio il gruppo è ancora piccolo. Ma è già riuscito a individuare nel paese 500 potenziali “clienti” (se così possono definirsi, vista la filosofia). Tra i primi passi ci saranno quelli di mettere in comunicazione, attraverso il loro Wiki , sia i potenziali venditori di auto usate che i relativi acquirenti. Con la stessa tecnica, il gruppo vuole mettere in contatto chi decide di realizzare l’opera di conversione e chi fornisce i pezzi, come i motori elettrici e le batterie.
La prima conversione pianificata è di una Toyota Corolla. È prevista la conversione di qualche decina di esemplari simili nell’arco dell’anno, con un’autonomia di circa 150 Km per ogni carica e una velocità massima di 120 Km/h , paragonabile al modello City del produttore di Oslo Think , che ha 180 Km di autonomia e viaggia a 100 Km/h.
Sui forum predisposti dal gruppo ogni partecipante invia le proprie idee alle board di discussione, le migliori delle quali vengono scelte per essere realizzate o implementate sui veicoli da convertire.
Nel gruppo non mancano esperti che si occupano di contrattare i prezzi, sia per quanto attiene all’acquisto di auto da convertire, sia per l’approvvigionamento di materiali nuovi necessari alla conversione. Il risultato sarà quindi piena condivisione di tecniche, idee, soluzioni, trucchi, ottimizzazioni e ogni ben di Dio che resterà visibile (e migliorabile) per chiunque .
All’utilizzatore finale, dunque, il costo si presenterà come la somma dei costi di auto, meccanica e componenti: “Non stiamo cercando di costruire segretamente una sorta di grande azienda, tutt’altro – spiega Jarvinen – Questa è una organizzazione disorganizzata che cresce in piccoli nuclei disseminati in tutto il mondo, dove ognuno fa qualcosa, dunque non può essere acquistata “.
Qualche ostacolo
Restano i limiti di autonomia, ma il problema delle grosse e pesanti batterie è stato superato con quelle al litio, ormai ampiamente disponibili sul mercato.
Quanto alle possibilità di carica, in Finlandia – come peraltro in Italia e molti altri paesi – le “colonnine” per caricare in strada sono pochissime, ma molto affidamento si fa nel poter ricaricare le batterie a casa, visto l’uso.
Chi potrebbe minacciare commercialmente
Renault e Nissan: è recente un loro accordo con il Portogallo per rendere il paese tra i primi a consentire agli automobilisti di trovare colonnine di ricarica ovunque. Inoltre, per il 2011 i due colossi hanno intenzione di invadere il mercato in Israele e Danimarca con le loro produzioni di auto elettriche.
Altre osservazioni
Secondo Juhani Laurikko, ricercatore del Technical Research Centre finlandese, le intenzioni del gruppo sono ottime ma l’approccio non è ancora sostenibile : “Francamente qui non vedo molto potenziale – dice Laurikko – ma sono mosse fatte nella giusta direzione. Convertire le auto in elettriche se hanno solo pochi anni di vita è uno spreco di risorse: sarebbe forse più conveniente farlo per auto sane ma di età maggiore, intorno ai 10 anni”. Secondo la community , invece, scegliere auto recenti è – almeno all’inizio – una scelta vincente per l’immagine dell’iniziativa.
Quanto alle autorizzazioni, la motorizzazione finlandese sembra non abbia difficoltà a consentire la circolazione dei mezzi così modificati. “Purché rispettino i requisiti di legge, non c’è alcun problema ad immetterle in strada”, dice Erik Asplund, dirigente del reparto revisione veicoli: “Forse qualche dettaglio da rivedere, ma nulla è irrisolvibile”.
Non resta che assistere allo sviluppo dell’insolita iniziativa, magari con l’aiuto – almeno per i primi tempi – di qualche traduttore online: che si stia avvicinando, nonostante le iniziative di altri giganti, l’era degli autosaloni open source ?
Marco Valerio Principato