Quello di Ecocho, il metamotore di ricerca australiano che promette di piantare alberi ogni mille ricerche effettuate dagli utenti, è un debutto travagliato. Dopo la partenza a singhiozzo, con alcuni domini non raggiungibili , ora Google nega all’azienda la sua collaborazione.
A darne l’annuncio è lo stesso team di Ecocho, in un post del blog ufficiale: BigG non permette più ad Ecocho di mediare le ricerche che gli utenti effettuano su Google, non permette più al metamotore di trarre guadagno dalla pubblicità mostrata nei risultati della ricerca. Nemmeno se questi guadagni vengono investiti nella salvaguardia del pianeta.
Se in un primo momento lo staff si era limitato a dare l’annuncio e a rimuovere tutti i riferimenti a Google da FAQ, ricerche e dichiarazioni di intenti, ora ha reso pubbliche le motivazioni che hanno spinto Google a staccare la spina, a negare la propria disponibilità. Si tratterebbe di una violazione della policy di AdSense : Ecocho, spiega BigG, spingerebbe gli utenti ad effettuare le ricerche e a cliccare sugli annunci pubblicitari. Poco importa che si tratti di inviti spinti da incentivi monetari o da incentivi ecologisti come “con il denaro che ci fate guadagnare piantiamo degli alberi”: in ogni caso si tratta di click fraud, alla quale Google non è disposta a sottostare.
“È stata una sorpresa totale e scioccante per noi – spiega il fondatore Tim Macdonald: lo staff di Ecocho si era rivolto a Google in passato, c’erano stati degli incontri nei quali il colosso di Mountain View aveva incoraggiato l’iniziativa. “Hanno avuto dei mesi per sollevare delle perplessità – continua Macdonald – ma non ci è stato detto nulla fino ad ora”.
Lo staff di Ecocho non crede che il meccanismo del proprio sito possa influire sulla qualità dei click pubblicitari: Google collabora con successo con iniziative simili ad Ecocho, che sfruttano la tecnologia del gigante del search per raccogliere fondi da devolvere a cause benefiche.
“Considerato che eravamo sulla buona strada per raggiungere il milione di visite e comprare abbastanza carbon credit per piantare mille alberi entro il mese, la delusione è enorme”, commentano da Ecocho.
Ma il supporto al metamotore ecologico non manca. Yahoo! continua a prestare i propri servizi per la causa, mentre sono numerosissimi i netizen che danno spazio alla questione in rete, numerosissimi coloro che sono intervenuti sul blog di Ecocho per mostrare la propria solidarietà compilando e inviando raffiche di email a Google per lamentare un trattamento ritenuto ingiusto.
Gaia Bottà