Non tutti i siti che vendono online prodotti di elettronica di consumo si attengono alle regolamentazioni europee che assicurano al consumatore trasparenza e assistenza in materia di garanzie, non tutti i siti a cui le autorità hanno notificato delle irregolarità si sono mostrati disposti ad adeguarsi: la Commissione Europea ha reso noto i risultati dell’indagine a tappeto condotta per l’ottavo anno su un campione di siti che propongono in vendita telefoni cellulari, PC, fotocamere o tv e altri prodotti di elettronica di consumo, fra le categorie di beni più vendute con la mediazione della Rete.
Se è assodato che la legge dei paesi membri dell’UE determina con precisione i termini della garanzia legale e impone al venditore trasparenza, meno scontato è il fatto che i venditori applichino queste norme nel rispetto dei consumatori: per questo motivo l’Europa, per mezzo delle authority che operano localmente, si impegna a cadenza regolare in azioni di monitoraggio e enforcement.
Nel mese di novembre 2014 sono stati sottoposti a controllo 437 siti Internet europei: è stato rilevato che 202 di questi siti assicuravano sufficiente trasparenza sulle condizioni stabilite per legge in termini di riparazioni o sostituzioni per i prodotti difettosi entro i due anni dall’acquisto. Dei 235 siti irregolari , 174 non offrivano alcun richiamo all’esistenza delle garanzie legali; 87 di questi siti presentavano in maniera potenzialmente ingannevole le condizioni per approfittare di garanzie commerciali; 76 siti non affermavano con chiarezza che la garanzia legale non viene meno in presenza di garanzie commerciali; 52 siti informavano in maniera incompleta o fuorviante riguardo all’identità e ai riferimenti del rivenditore responsabile a cui fare riferimento.
I siti per cui sono state rivelate delle irregolarità sono stati informati: 157 dei 235 portali non allineati alle normative hanno provveduto ad adeguarsi, seppur in maniera poco uniforme nei diversi stati membri. Se ad esempio i venditori di Grecia, Romania, Regno Unito e Svezia hanno provveduto ad agire senza eccezioni, 27 venditori francesi dei 28 irregolari non hanno risposto ai richiami delle autorità.
Se la media europea dei siti ora in linea con le normative è pari all’82 per cento, i siti italiani analizzati sono regolari nel 66 per cento dei casi: con meno frastuono rispetto al caso Apple , 12 dei 18 siti per cui l’AGCM ha rilevato delle irregolarità si sono adeguati nel giro di pochi mesi.
Gaia Bottà