Economia dello spazio: prima legge italiana

Economia dello spazio: prima legge italiana

Il disegno di legge sull'economia dello spazio prevede varie disposizioni, tra cui l'autorizzazione per gli operatori e il risarcimento dei danni.
Economia dello spazio: prima legge italiana
Il disegno di legge sull'economia dello spazio prevede varie disposizioni, tra cui l'autorizzazione per gli operatori e il risarcimento dei danni.

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha approvato un disegno di legge sulla cosiddetta Space Economy. Il provvedimento introduce numerose disposizioni su attività spaziali e relativa vigilanza, immatricolazione degli oggetti spaziali e responsabilità degli operatori. Vengono inoltre istituiti un piano nazionale e un fondo per l’economia spaziale.

Prima legge italiano sullo spazio

Il testo introduce nell’ordinamento la definizione di attività spaziale che comprende lancio, gestione in orbita e rientro di oggetti spaziali. Tali attività, condotte da operatori di qualsiasi nazionalità nel territorio italiano o da operatori nazionali al di fuori del territorio italiano, devono essere preventivamente autorizzate dall’autorità responsabile (Presidente del Consiglio dei Ministri o autorità delegata alle politiche spaziali o aerospaziali), previa istruttoria dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e del Comitato Interministeriale per le politiche relative allo Spazio e alla ricerca aerospaziale (COMINT), ad eccezione del caso in cui l’autorizzazione sia stata rilasciata da altro Stato e riconosciuta in Italia.

L’ASI svolge il compito di vigilanza e può accedere ai documenti relativi all’attività spaziale. Sono previste sanzioni fino a 500.000 euro agli operatori che non forniscono informazioni. Reclusione fino a 6 anni e multe fino a 50.000 euro per gli operatori che esercita l’attività spaziale senza autorizzazione o con autorizzazione scaduta. Gli oggetti spaziali che vengono lanciati in Italia devono essere immatricolati nel registro nazionale. Un altro registro è previsto per gli oggetti spaziali non immatricolati in Italia di cui un operatore italiano acquisisca la gestione o proprietà.

L’operatore spaziale è responsabile dei danni cagionati in conseguenza delle attività spaziali ed è sempre tenuto al risarcimento dei danni prodotti a terzi sulla superficie terrestre, nonché agli aeromobili in volo e alle persone e cose che si trovano a bordo di questi ultimi. Gli operatori autorizzati dovranno stipulare contratti assicurativi o altra idonea garanzia finanziaria a copertura dei danni derivanti dall’attività spaziale con massimale pari a 100 milioni di euro per sinistro.

Il disegno di legge introduce inoltre un piano nazionale per l’economia dello spazio che include l’analisi, la valutazione e la quantificazione dei fabbisogni del comparto per individuare gli investimenti finanziabili attraverso risorse pubbliche e private. Viene infine istituito il fondo per l’economia dello spazio, alimentato in parte con risorse pubbliche e in parte attraverso le contribuzioni corrisposte in sede di autorizzazione all’esercizio di attività spaziali e le sanzioni irrogate nei confronti degli operatori.

Fonte: Governo.it
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Pubblicato il
23 giu 2024
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