Ecosia e Qwant hanno deciso di fare fronte comune contro lo strapotere delle Big Tech americane e di creare un indice di ricerca tutto europeo. Alla faccia di Google e compagnia bella.
Il nuovo indice ricerca europeo con Ecosia e Qwant: EUSP
L’anno prossimo le due aziende formeranno un’entità chiamata European Search Perspective (EUSP) con sede in Francia, che utilizzeranno per i loro risultati di ricerca e metteranno a disposizione di altri motori di ricerca e aziende tecnologiche europee.
Christian Kroll, CEO di Ecosia, è inorgoglito dall’idea di costruire un indice di ricerca in Europa. Sostiene che sia fondamentale per combattere il cambiamento climatico (e chi siamo noi per contraddirlo?) e che questa grande impresa richiederà anche il sostegno delle autorità di regolamentazione e dei governi.
Anche Oliver Abecassis, il CEO di Qwant e del futuro EUSP, è entusiasta della partnership. Parla di una collaborazione “potenziata” tra due marchi europei che hanno a cuore la privacy e l’ambiente. E lancia una frecciatina alle Big Tech, invocando un mercato aperto e concorrenziale per le tecnologie di ricerca. Tradotto: “Google, fatti da parte, ci pensiamo noi!”
Ecosia e la dipendenza da Bing
Finora Ecosia ha dovuto “appoggiarsi” a Bing di Microsoft per i suoi risultati di ricerca. Ma con l’EUSP, il motore di ricerca green punta a svezzarsi e a offrire ai suoi utenti un’alternativa Made in Europe. Magari riuscirà persino a battere i “colossi” della Silicon Valley a colpi di algoritmi e privacy.
È chiaro, costruire un indice di ricerca all’altezza di Google e soci non sarà proprio una passeggiata. Ci vorranno un sacco di soldi, impegno e supporto politico. Ma se Ecosia e Qwant riusciranno nell’impresa, potrebbero rivoluzionare il modo in cui noi europei cerchiamo informazioni online.