Roma – 41 eventi sparsi per tutta Italia, da Teramo a Ravenna, da Bologna a Potenza passando per Crema, Ascoli Piceno e Salerno. Così il primo dicembre, sabato scorso, il movimento open source italiano rappresentato dai Linux Users Group (LUG) ha dimostrato di saper coordinare la più imponente manifestazione pro-Linux fin qui registrata in questo paese.
Il Linux Day ha coinvolto centinaia di persone nell’organizzazione, ha dato un’ulteriore spinta alla diffusione della filosofia open source, ha di certo portato ad un innalzamento nel numero dei computer che oggi in Italia sono dotati di Linux ma ha anche portato con sé un’occasione di socialità informatica inedita su questa scala.
Il tutto animato da una vitalità senza pari, come si può capire semplicemente leggendo i programmi che si sono svolti quasi ovunque senza intoppi. Ad Alessandria, per fare un esempio, il programma ha sviluppato conferenze sull’open source, sulla sicurezza informatica, sull’impiego di Linux nelle imprese italiane, con la partecipazioni anche di alcuni nomi di grosso calibro. IBM, che da tempo ha fatto di Linux un proprio importante percorso di business, non è mancata all’appuntamento.
Accanto ai seminari, ai convegni e alle conferenze in tutta Italia si sono tenuti workshop sull’uso di Linux, brevi corsi per consentire l’apprendimento delle basi del sistema operativo open-source, eventi di raccordo e assistenza per la prima installazione di Linux sui computer degli aspiranti “linuxari”. L’accesso alle manifestazioni è stato ovunque gratuito, in modo tale da coinvolgere il più alto numero possibile di utenti.
Nelle prossime ore, molti LUG trarranno un bilancio dalle attività svolte in collaborazione con la Italian Linux Society e sarà l’occasione per sentire, da ciascuno di questi gruppi di attività, come è andato il Linux Day che si annuncia come il primo di una lunga serie.