Vivaldi, Waterfox, Wavebox e Open Web Advocacy hanno unito le forze per inviare una lettera alla Commissione Europea (The Register ha ottenuto una copia), chiedendo di riconsiderare la decisione di esentare Microsoft Edge dalle norme del Digital Markets Act (DMA).
La decisione, presa all’inizio dell’anno, ha suscitato il malcontento tra i produttori di browser di terze parti e i gruppi di difesa, che ritengono che Microsoft debba essere ritenuta responsabile per le pratiche scorrette di Edge su Windows, considerato la porta d’accesso principale per i consumatori per scaricare browser indipendenti.
Pratiche scorrette di Microsoft Edge su Windows
Tra le pratiche contestate, le aziende hanno evidenziato l’inserimento da parte di Microsoft di annunci pubblicitari nei siti web di altri browser, popup costanti con messaggi errati sui concorrenti, ostacoli software quando si tenta di cambiare il browser predefinito e altro ancora. Queste azioni, secondo i firmatari della lettera, impediscono una concorrenza leale e limitano la libertà di scelta degli utenti su Windows.
La schermata di scelta del browser su mobile, una piccola vittoria per i browser rivali di Edge
Nella lettera, le aziende hanno sottolineato come la schermata di scelta del browser implementata sulle piattaforme mobili a seguito della DMA abbia dimostrato l’efficacia delle regole nel proteggere la scelta dell’utente e nel promuovere l’innovazione. Hanno quindi chiesto che la stessa possibilità di scelta venga garantita anche su Windows, affinché la promessa della DMA di equità, competitività e scelta dei consumatori possa concretizzarsi anche sui PC.
Edge di Microsoft resta indietro rispetto agli altri browser
Nonostante le pratiche discutibili e i fastidiosi popup, Microsoft Edge detiene ancora una quota di mercato relativamente bassa nel settore dei browser desktop, attestandosi poco sopra il 5% secondo i dati di Statcounter di settembre 2024, ben lontano da Google Chrome.
Tuttavia, recentemente l’UE ha costretto Microsoft a consentire la disinstallazione di Edge in Windows 10 e 11, anche se questa modifica non si applica ai clienti al di fuori dell’Unione Europea, che devono affrontare il problema o ricorrere a metodi di forza bruta per sbarazzarsi del “Chrome Downloader“, come molti utenti chiamano scherzosamente Edge.