Dopo più di due anni di travaglio fa il suo esordio “Edicola Italiana”, il consorzio che ha l’obiettivo di offrire “la più completa offerta a pagamento dei prodotti editoriali digitali” nostrani.
Si tratta del frutto dell’ accordo siglato nel 2012 dai sei principali nomi dell’editoria italiana : un progetto che vorrebbe entrare in competizione con i principali aggregatori (gratuiti) di notizie online offrendo un servizio a pagamento che raccoglie le maggiori testate dello Stivale.
Dal 2012, in realtà, è lievemente cambiato il panorama di riferimento: è parzialmente tramontata l’ ipotesi che vedeva in iPad e nelle app per tablet la nuova età dell’oro dei quotidiani e sono state archiviate come vittorie di Pirro anche le battaglie condotte dagli editori nei confronti di Google News e degli altri aggregatori che accusano di sfruttare indebitamente i propri contenuti a proprio vantaggio: in Germania ed in Spagna , al momento, i giornali sembrano avere intuito quanto l’aggregatore sia diventato fondamentale anche per la distribuzione delle testate tradizionali. Addirittura Google sarebbe diventato più affidabile – secondo uno studio di Trust Barometer – dei giornali che aggrega.
Inoltre, negli ultimi anni sembra aumentata l’urgenza dei giornali di trovare un nuovo modo per raffrontarsi con la velocità dell’informazione diffusa online ed alle sue modalità. Lo dimostra per esempio l’esperimento di Repubblica, che secondo una statistica è la testata più social d’Italia, rappresentando online il 15 per cento di tutte le notizie condivise: da ultimo ha lanciato un servizio di informazione via Whatsapp .
Edicola italiana – che ha quanto meno il pregio di rappresentare il punto di incontro tra editori molto distanti ed in competizione tra loro – esordisce ora con un prodotto accessibile da PC fisso o da dispositivi mobile via app . Al primo contatto chiede di poter utilizzare i cookie per monitorare le abitudini ed i gusti online degli utenti e chiede da quale regione ci si connette: l’intenzione è naturalmente quella di proporre un’offerta iniziale basata sulla prossimità geografica e l’interesse dell’utente.
La battaglia dovrà essere naturalmente giocata da un lato sulla capacità di escludere dalla fruizione gratuita dei propri contenuti gli altri aggregatori e dall’altro dalla qualità del proprio servizio. Per competere, insomma, con le notizie liberamente accessibili i giornali dovranno dimostrare di riuscire ancora a fare quel lavoro di approfondimento, controllo delle fonti e qualità della narrazione che nella comunicazione online spesso si perde.
Certo, il nuovo tentativo dei giornali italiani di provare una nuova fonte di remunerazione parte senza sconti: il prezzo dell’offerta no limits è pari a 15 euro al mese per tutti i mensili ed i settimanali e 10 euro al mese per solo i mensili ; una cifra, d’altronde, comparabile a quella degli aggregatori musicali, naturalmente con la possibilità di una settimana di prova gratuita e con la possibilità di accedere, una volta abbonati, a 15 giorni di arretrati. Edicola Italiana, se non riuscirà a solleticare l’interesse degli ordinari lettori di giornali, avrà dalla sua il pregio di poter rappresentare un’utile strumento per i professionisti del settore, per i ricercatori e per gli studiosi che intendono poter accedere ad un vasto archivio.
Claudio Tamburrino