Nuovi edifici a emissione zero dal 2030 e addio alle caldaie a combustibili fossili dal 2040. Questi sono i punti principali della nuova direttiva approvata in via definitiva dal Parlamento europeo. Le regole sono state introdotte per ridurre il consumo energetico e le emissioni di gas a effetto serra del settore edilizio.
Novità principali della direttiva green
La direttiva sull’efficienza energetica degli edifici era stata proposta dalla Commissione europea a fine 2021. Circa due anni dopo è stato raggiunto un accordo provvisorio tra Parlamento e Consiglio. Ieri è stata definitivamente approvata dagli eurodeputati con 370 voti favorevoli, 199 voti contrari e 46 astensioni.
Rispetto al testo originario ci sono meno vincoli, ma si tratta comunque di norme che comporteranno costi notevoli per i cittadini e gli Stati membri. Innanzitutto, i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero dal 2030. La scadenza è anticipata al 2028 per quelli pubblici. Per il calcolo delle emissioni si dovrà tenere conto del potenziale impatto sul riscaldamento globale del corso del ciclo di vita di un edificio, inclusi la produzione e lo smaltimento dei prodotti da costruzione utilizzati per realizzarlo.
Per gli edifici residenziali esistenti, gli Stati membri dovranno adottare misure per garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035. La nuova direttiva prevede che gli Stati membri dovranno ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033.
Gli Stati membri dovranno inoltre garantire l’installazione progressiva di impianti solari negli edifici pubblici e non residenziali, in funzione delle loro dimensioni, e in tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030.
La direttiva prevede infine misure vincolanti per “decarbonizzare” i sistemi di riscaldamento. Dal 2040 sarà vietata l’installazione di caldaie alimentate con combustibili fossili per il riscaldamento. A partire dal 2025 saranno vietate sovvenzioni alle caldaie autonome a combustibili fossili. Rimarranno invece gli incentivi finanziari per i sistemi di riscaldamento che usano una quantità significativa di energia rinnovabile, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore.
La nuova normativa prevede esenzioni per edifici agricoli e storici. I singoli Paesi membri possono escludere anche gli edifici protetti per il particolare valore architettonico o storico, gli edifici temporanei, le chiese e i luoghi di culto. La direttiva dovrà essere approvata dal Consiglio prima di diventare legge.