Questa volta, la levata di scudi a tutela dei contenuti online da parte degli editori è lanciata sotto forma di azione congiunta tra Italia, Francia e Germania: la Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG), Association de la Presse (IPG), Bundesverband Deutscher Zeitungsverleger e.V. (BDZV) e Verband Deutscher Zeitschriftenverleger e.V. (VDZ) hanno unito le forze per richiedere una disciplina comune ai diversi quadri normativi, che definisca la cooperazione tra i titolari dei diritti sui contenuti editoriali e gli operatori dell’industria digitale.
Il riferimento , piuttosto palese, è all’annosa questione relativa all’attività di indicizzazione delle notizie online da parte dei motori di ricerca , per la quale gli editori chiedono “il riconoscimento di una adeguata remunerazione e di una equa condivisione del valore nel mercato digitale”. Un tema, quello della indicizzazione dei contenuti editoriali da parte dei motori di ricerca, che di recente ha visto le società editoriali sul piede di guerra proprio in Francia , Germania e Italia .
“Nel rilevare la funzione democratica e di difesa dei diritti fondamentali della persona che la stampa svolge nella nostra società – si legge nella nota congiunta – per gli editori il tema della tutela dei contenuti editoriali e del riconoscimento agli editori di uno specifico diritto d’autore connesso alle attività di indicizzazione effettuate dai motori di ricerca diviene ora un problema urgente, comune a tre dei più grandi Paesi europei. Dove i giornali rappresentano ancora il canale informativo più importante per l’opinione pubblica”.
Nonostante il successo di audience registrato nei tre paesi, le organizzazioni a tutela delle imprese editoriali sostengono di subire gli effetti della congiuntura economica sfavorevole, peggiorati, a loro dire, “dall’indebito sfruttamento” dei propri contenuti editoriali da parte dei motori di ricerca. La richiesta, dunque, è rivolta ai rispettivi governi e parlamenti affinché individuino interventi legislativi capaci di ristabilire l’equilibrio . Un invito che, stando alla cronaca dell’ultimo periodo, sembra essere stato accolto non senza attriti tra le diverse parti in causa.
Cristina Sciannamblo