La casa editrice Macmillan, recentemente in rotta con Amazon, sta cercando di convincere i consumatori rispetto alla scelta di abbandonare il modello imposto dal negozio online , principalmente per poter aumentare il prezzo di alcuni ebook (best seller e nuove uscite) da 10 a 15 dollari.
Le spiegazioni di John Sargent, CEO di Macmillan, si mischiano al cambio di modello di business della casa editrice e a considerazioni circa le future strategie di pubblicazione: dal “modello retail” di vendita degli ebook al modello “agency model”, secondo cui gli editori stabiliscono il prezzo e i rivenditori ottengono una commissione sulla vendita ai lettori. Discorso apparso comunque fermo su posizioni difensive, in controtendenza rispetto ai nuovi modelli di business.
L’intenzione sarebbe quella di controllare il costo a cui sono offerti i titoli riproducendo il tradizionale passaggio dell’editoria cartacea: i prezzi diminuiranno, secondo le prospettive di Macmillan, allo stesso modo in cui si passa da edizioni con copertina rigida ad edizione economica . Pur non essendoci più una corrispondenza fisica e di costi di produzione.
Questa politica dei prezzi, tuttavia, interesserà solo un terzo dei titoli del catalogo digitale , mentre la maggior parte rimarrà sotto i 10 dollari. Sarà poi accompagnata da una riduzione (si pensa idealmente ad un annullamento) del tempo finora intercorso tra uscita del volume fisico e quella dell’ebook e dovrebbe inoltre aumentare il numero totale dei titoli digitali: “il nuovo modello risolverà il problema e la frustrazione dei lettori dovuta alla mancanza di nuovi titoli nel catalogo digitale”.
Intanto, Macmillan ha lanciato Dynamicbook , piattaforma destinata agli insegnanti, che permetterà di modellare a piacimento i libri di testo riorganizzando i capitoli, i contenuti interattivi, o inserendo note e altri contributi. Si tratta certamente di uno dei tentativi più convinti delle casa editrice di sfruttare la nuova forma del libro e che pone certamente alcuni problemi per quanto riguarda la gestione dei diritti e coinvolge il ruolo stesso dell’editore: Macmillan promette di vigilare su eventuali frasi offensive o lesive della proprietà intellettuale di terzi che possono essere inserite nei testi, ma richiede l’appoggio di ragazzi e famiglie per il monitoraggio dei contenuti. Superando tali questioni gli ebook scolastici, così concepiti, affiancherebbero al vantaggio dell’economicità (dando per scontato il supporto arrivano a costare fino a un terzo della versione stampata) e della multimedialità le possibilità della personalizzazione.
Oltre che nel settore dell’istruzione, d’altronde, i campi in cui possono spaziare gli editori sono numerosi.
Molte possibilità, per esempio, sono state mostrate nel video di presentazione dei prodotti Penguin per iBook Store di iPad: libri per bambini (probabilmente l’anello di congiunzione tra i libri da colorare, i libri pop-up e i videogiochi), comunità interattive da sviluppare intorno a un libro o ad un genere (Vampire Academy, nell’esempio, che cavalca la moda dei vampiri), guide turistiche (che con i libri di testo rappresenta l’esempio in cui i vantaggi di un ebook sembrano più immediatamente evidenti) fino ad un sistema di rilevazione stellare per ottenere una mappa del firmamento utilizzando la fotocamera dell’apparecchio che si sta impiegando.
La presentazione, peraltro, è stata l’occasione per parlare di standard : il formato degli ebook tradizionali è ePub, ma in molti casi i contenuti digitali della casa editrice saranno disponibili in HTML, più come applicazioni che come veri e propri ebook. L’intenzione è quella di utilizzare estensivamente audio, video e streaming e per far questo occorrono linguaggi diversi. Sempre sotto forma di applicazione, d’altronde, dovrebbero essere le riviste e i giornali che convergeranno su iPad, sia per la necessità di continuo aggiornamento sia per i contenuti interattivi in essi inseriti. E su queste possibilità si basa l’entusiasmo del CEO di Penguin John Makinson, secondo le cui stime le vendite di ebook cresceranno nel prossimo anno, passando a rappresentare fino al 10 per cento del mercato dei libri. E non preoccupa neanche il 30 per cento da garantire a Apple, comunque migliore del 50 per cento da garantire ai rivenditori tradizionali.
Claudio Tamburrino