Gli utenti italiani titolari di una connessione a banda larga non pagheranno il sovrapprezzo proposto dalla FIEG per risollevare almeno in parte le sorti di un editoria cartacea alle prese con problemi di bilancio sempre più incombenti. Un’ipotesi del genere è stata totalmente esclusa sia dal segretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti che da Paolo Gentiloni, esponente del PD ed ex ministro delle Comunicazioni.
L’alternativa indicata da Bonaiuti consiste nell’auspicio di una quanto più immediata convocazione degli stati generali dell’editoria, previsti per giugno. Durante questo evento gli editori dovranno presentare proposte concrete per tagliare i costi attuali senza penalizzare eccessivamente il settore e soprattutto senza costringere i netizen italiani a pagare per il mantenimento del modello di business attuale.
Contro questo provvedimento si erano scagliate diverse associazioni dei consumatori cui si era aggiunto anche un comunicato di Anti Digital Divide , associazione che riunisce cittadini utenti della Rete, su cui erano state riportate alcune dichiarazioni del commissario europeo Viviane Reding: “L’economia digitale dell’Europa ha un potenziale incredibile, capace di generare ingenti profitti in tutti i settori – ha spiegato – per convertire questo vantaggio in una crescita sostenibile tuttavia, i governi dovranno prendere in mano la situazione, adottando una politica di accoglimento per i nuovi servizi ed abbattendo le barriere esistenti”.
Mentre nel resto d’Europa si investono miliardi di euro per la realizzazione di infrastrutture e servizi basati sulla banda larga risulta invece palese l’arretratezza italiana nell’implementazione su larga scala del broadband: un provvedimento simile, qualora fosse stato preso in considerazione dal legislatore, avrebbe rischiato di tarpare ulteriormente le ali della rete italiana, già alle prese con il problema dei fondi ad essa dedicati ma congelati dal governo.
Giorgio Pontico