A fine aprile, la Commissione europea aveva proposto una regolamentazione per l’uso dell’intelligenza artificiale. EDPB (European Data Protection Board) e EDPS (European Data Protection Supervisor) hanno pubblicato un loro parere sull’argomento, chiedendo contestualmente il ban del riconoscimento automatico dei cittadini nei luoghi pubblici, come già fatto da Access Now all’inizio del mese.
No al riconoscimento facciale e al social scoring
EDPB (Comitato europeo per la protezione dei dati) e EDPS (Garante europeo per la protezione dei dati) concordano sulla necessità di regolamentare l’uso dei sistemi IA, ma evidenziano alcune criticità della proposta, come il mancato coinvolgimento delle forze dell’ordine e la necessità di chiarire che l’attuale normativa in materia di protezione dei dati si applica anche ai dati trattati dai sistema IA.
La regolamentazione proposta dalla Commissione europea è basata su quattro livelli di rischio. In linea di principio, tutti i sistemi di riconoscimento biometrico sono considerati ad alto rischio, ma sono previste alcune eccezioni (ad esempio, quando è necessario cercare un minore scomparso, prevenire minacce terroristiche o localizzare l’autore di un reato grave). EDPB e EDPS chiedono invece il ban totale del riconoscimento biometrico (viso, postura, impronte digitali, DNA, voce e altro) nei luoghi pubblici.
Inoltre, i suddetti sistemi non devono essere utilizzati per categorizzare i cittadini europei in base a sesso, etnia, orientamento politico o sessuale e altri motivi discriminatori vietati dall’art. 21 della Carta dei diritti fondamentali. EDPB e EDPS chiedono infine di vietare l’uso dell’intelligenza artificiale per dedurre le emozioni delle persone e di creare un “punteggio sociale“.