Taipei – Tutti ne parlano, molti sembrano desiderarne uno. No, questa volta non si parla di iPhone, ma di Eee PC, il subnotebook a basso costo con cui Asus è riuscita, pur senza introdurre grosse rivoluzioni tecnologiche o di design, a inaugurare una nuova categoria di subnotebook. Il produttore taiwanese ha avuto il merito di miscelare gli ingredienti giusti per creare un best seller, qualcosa che oggi è divenuto fonte d’ispirazione per decine di prodotti simili. Eppure, nonostante la rapida ascesa al successo dell’Eee PC, nell’industria c’è chi inizia a dubitare che il suo mercato e, più in generale quello dei cosiddetti netbook , sia stato sopravvalutato.
A rafforzare questi dubbi, che gli analisti più scettici avevano già espresso mesi or sono, sono stati i dati ufficiali di vendita dell’Eee PC annunciati negli scorsi giorni da Asus: tali dati, riferiti alla prima metà del 2008, parlano di 1,7 milioni di unità vendute contro i 2 milioni inizialmente stimati da Asus. Trecentomila pezzi in meno non fanno questa grande differenza, eppure sono stati sufficienti a moderare gli entusiasmi degli investitori.
Nel giustificare questi risultati sotto le aspettative, Asus ha citato la scarsità di certi componenti hardware , quali le batterie e i processori Atom, e la depressione economica che sta attanagliando il mercato globale. Nonostante queste difficoltà, Asus ritiene che la formula Eee PC rimanga vincente , tanto che confida ancora di vendere 5 milioni di portatilini entro la fine dell’anno. Il fatto che, da qui in avanti, l’Eee PC dovrà vedersela con un crescente numero di concorrenti, primi tra i quali il Wind di MSI, l’Aspire One di Acer, il Mini-Note di HP e il Cloudbook di Everex, non sembra impensierire Asus.
Una Asus che nel frattempo si è messa a sfornare nuovi modelli di Eee PC allo scandire di ogni fase lunare. Ma la strategia del divide et impera può davvero avvantaggiare l’Eee PC? Asus ne è convinta, ma una buona fetta di consumatori non sembra aver gradito molto questo moltiplicarsi di modelli, soprattutto considerando che nessuno di essi ha più replicato una delle caratteristiche che maggiormente aveva contribuito alla celebrità del primo Eee PC: il prezzo estremamente contenuto . La sensazione è che l’Eee PC si stia progressivamente allontanando dalla sua concezione originaria , le cui radici affondavano nei progetti Intel Classmate e OLPC, e cominci ad assomigliare sempre più da vicino – anche nel prezzo – ai tipici subnotebook di classe business.
Giusta o sbagliata che sia, questa è una strategia che sembrano aver seguito anche molte delle avversarie di Asus: la dimostrazione è data dal fatto che, secondo una recente indagine di IDC, verso la fine dell’anno il prezzo medio di un netbook sarà di 400-450 euro : un po’ troppo per catalogare ancora tali dispositivi come PC ultra-low cost . E così, se il mercato dei netbook non dovesse rivelarsi una gallina dalle uova d’oro – dicono certi osservatori – i vendor dovrebbero prendersela con le proprie strategie di mercato piuttosto che addossare tutta la colpa alla recessione economica.
Tra i produttori che nutrono grande fiducia nel mercato dei netbook c’è Acer , che con il suo neonato Aspire One ambisce a ritagliarsi una consistente fetta di questo segmento. Secondo quanto riporta DigiTimes , Acer ha già esaurito le prime 5000 scorte del suo Eee-killer Linux-based, e a partire dalla fine di luglio, periodo in cui lancerà una versione di Aspire One con Windows XP pre-installato, conta di arrivare a vendere 15mila unità al giorno .
Pur se partita con nove mesi di ritardo rispetto ad Asus, Acer sostiene che il suo netbook sopravanzerà facilmente l’Eee PC già entro l’inizio del 2009 : l’azienda prevede infatti di vendere, da qui a fine 2008, dai 5 ai 7 milioni di Aspire One.