“Internet rimane uno dei più potenti mezzi mai creati per dare voce a tutti i cittadini del mondo che siano stati imbavagliati”: così recita l’introduzione ad un documento recentemente pubblicato online dall’ Electronic Frontier Foundation (EFF). L’organizzazione non profit statunitense ha aggiunto un altro tassello al suo mosaico per la difesa della libertà d’espressione nell’era digitale, dedicandosi in particolare alla causa di attivisti politici che si trovano ad operare sotto regime .
“Con censura e sorveglianza in costante aumento presso alcuni governi del mondo – ha spiegato Peter Eckersley dello staff tecnologico EFF – i cittadini che vogliono essere liberi devono considerare tutti i rischi, prendendo decisioni accurate sull’utilizzo di un mezzo come Internet. La nostra guida per l’auto-difesa contro la sorveglianza internazionale può aiutarli al meglio in queste decisioni”.
Il Surveillance Self-Defense International propone sei principi di base per tutti coloro che hanno bisogno di tecnologie di difesa contro governi autoritari che hanno imparato a usare il web come un’arma per censurare e ridurre al silenzio ogni forma di dissenso. “Il primo passo per cercare di difendere voi stessi dalla sorveglianza digitale – dice il documento – è capire il concetto di valutazione dei rischi”. Per la Foundation, quindi, è innanzitutto prioritario avere ben presente il grado di serietà delle minacce alla libertà di pensiero.
“Fare attenzione ai malware”: spyware, trojan e worm permettono ai governi di penetrare nei computer, ponendoli sotto occhi vigili e repressivi. Nel secondo punto, EFF consiglia di installare sempre gli aggiornamenti di sicurezza , eseguendo spesso programmi anti-virus che possano individuare eventuali intrusi. Da evitare accuratamente, poi, canali di comunicazione come i telefoni cellulari e soprattutto gli SMS, dal momento che “è semplice per un governo raccoglierli ed analizzarli su vasta scala”.
I consigli dell’SSDI si aggiungono a quelli recentemente espressi dalla stessa EFF per tutelare i dati personali dei netizen di fronte agli sconfinamenti della cybersorveglianza da parte delle autorità pubbliche. Trucchi tecnologici erano allora e trucchi tecnologici sono anche adesso, come quello esposto nel sesto ed ultimo principio: usare un TOR bridge permette un accesso più discreto alla rete TOR stessa.
Alla fine del documento, quattro piccole strategie per aiutare attivisti e dissidenti da paesi non autoritari. All’interno del progetto TOR , rete anonima per difendersi dall’analisi del traffico, è possibile entrare a far parte del network che devia le comunicazioni attraverso un insieme distribuito di relay . Agendo da Tor Bridge o da Tor Exit Node si potrà, quindi, operare come volontari per trasmissioni più anonime e di conseguenza meno osservate dai governi autoritari e dal loro grande occhio digitale.
Mauro Vecchio