Tre diritti fondamentali e inviolabili per gli utenti dei social network: è quanto chiede Electronic Frontiers Foundation (EFF). In quanto intermediari sempre più irrinunciabili per buona parte degli intenti comunicativi dei netizen , si legge in una nota diffusa dal gruppo, i responsabili delle piattaforme sociali hanno accesso a una considerevole quantità di dati, anche sensibili, relativi agli utenti.
Occorre dunque siglare un patto di fiducia tra fornitore e utilizzatore del servizio , quest’ultimo sempre più intrappolato, come nel caso di Facebook, in modalità di gestione della privacy non proprio intuitive. Al fine dunque di conferire all’utente il potere che gli spetta sulle informazioni che lo riguardano, EFF suggerisce tre punti cardine che, secondo l’associazione, incarnano le modalità di utilizzo ottimali dei social network: un “consenso informato”, proprio come già accade in caso di decisioni relative a questioni mediche; diritto a controllare le proprie informazioni; diritto ad abbandonare un servizio portandosi via tutte le proprie informazioni, qualora lo si desideri.
Qualora questa proposta avesse un valore legale, i gestori dei social netwok dovrebbero rendere più chiare e comprensibili le condizioni d’uso dei servizi offerti, e nel caso di modifiche sostanziale che prevedono l’esposizione al pubblico di dati prima tenuti segreti si dovrebbe avvertire l’utente prima dell’implementazione delle novità: e, in ogni caso, dovrebbe essere mantenuta una situazione di opt-in piuttosto che di opt-out.
EFF sembra riferirsi alle vicende che negli ultimi mesi hanno scosso Facebook, con continui cambiamenti di gestione della privacy che hanno finito per attirare l’attenzione degli organi di governo statunitensi. Ma gli attivisti del gruppo hanno evidenziato quella che si ritiene essere una lacuna storica del social network di Palo Alto, ovvero l’impossibilità di cancellare il proprio profilo immediatamente e di rimuovere il materiale caricato in precedenza: qualcosa che al momento non è possile fare anche per via della politica di gestione adottata da Facebook su quanto caricato dagli utenti, i quali si trovano nella condizione di dover “cedere” i propri dati una volta completato l’upload.
Giorgio Pontico