Electronic Frontier Foundation ( EFF ) ha lanciato una nuova app per consultare i propri contenuti e permettere ai suoi lettori e sostenitori di schierarsi più facilmente sul fronte dell’attivismo digitale attraverso i propri smartphone. Tuttavia potranno usufruirne solo gli utenti Android .
L’app, in pratica, funzionerà da megafono per le iniziative della fondazione impegnata nella difesa dei diritti online: attraverso un sistema di notifiche informerà gli utenti delle ultime notizie su tali argomenti e con un semplice tap permetterà di collegarsi al centro d’azione di EFF, attraverso cui i netizen possono far sentire la propria voce o esprimersi riguardo alle iniziative dell’organizzazione.
Tuttavia EFF non ha potuto far esordire la versione per iOS dell’applicazione perché non intende accettare la licenza d’uso imposta da Apple agli sviluppatori terzi : in particolare EFF non può piegarsi alla richiesta di Cupertino di adottare un sistema di Digital Rights Management dei materiali in essa contenuti, che di fatto li rende di sua proprietà.
A non piacere ad EFF, inoltre, il fatto che con la licenza d’uso Apple obblighi gli sviluppatori terzi a non parlare delle licenze d’uso (anche se tale documento non è – in teoria – confidenziale), proibisca il reverse engineering anche nei casi espressamente consentiti dalla disciplina del fair use consolidatasi negli Stati Uniti (per esempio a fini di interoperabilità), e dichiari illegittime nonché tutte le operazioni che “permettono ad altri” il reverse engineering di iPhone OS o del suo software development kit (SDK).
Ma non basta: niente di nuovo sotto il sole, è nota l’intenzione ed il diritto di Apple di gestire il suo store digitale come un walled garden di cui tutte le chiavi sono nascoste a Cupertino, ma EFF attacca anche gli articoli della licenza d’uso che obbligano a distribuire i prodotti sviluppati tramite SDK solo su App Store , gli articoli che proibiscono il jailbreak e che concedono ad Apple il diritto di revisione finale sul prodotto e la possibilità di revocarne insindacabilmente la licenza in qualsiasi momento.
Claudio Tamburrino