C’è anche una importante componente italiana all’interno del progetto eFlows4HPC che ha visto la luce in questi giorni. Il progetto è finanziato da apposito bando europeo per la scommessa sull’High Performance Computing: 7,6 milioni di euro di budget, 3 anni di tempo, obiettivo Research & Innovation. La componente italiana è rappresentata dall’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), la quale nella propria infrastruttura di Calcolo Scientifico e Sistemi Informatici si occupa tra le altre cose di “promuovere le politiche europee di Open Science, attraverso l’adozione di approcci open-source, la formazione del personale, la condivisione delle esperienze e delle competenze in ambito HPC e Big Data” e “promuovere la partecipazione dell’INGV ai programmi di ricerca Nazionale ed Europea in ambito HPC e Big Data e facilitare l’interazione con i grandi centri di calcolo in ambito PRACE ( Partnership for Advanced Computing in Europe)“.
eFlow4HPC
L’obiettivo del progetto è quello di sviluppare una piattaforma per l’integrazione di infrastrutture HPC con tutte quelle che sono le necessità per l’industria e per il mondo della ricerca in termini di computing ad alte prestazioni ed elaborazioni in ottica Big Data. Per raggiungere l’obiettivo si sono messe assieme competenze multidisciplinari da un consorzio di sigle di varia estrazione, con 10 paesi europei partecipanti ed il supporto del programma europeo Horizon 2020.
Rosa M. Badia, coordinatrice del progetto, ha spiegato che il vantaggio particolare a cui ambisce eFlow4HPC è la capacità di creare una piattaforma con applicazioni riutilizzabili, mettendo così a fattor comune elementi che possano contribuire a ridurre il “time to solution” velocizzando il perseguimento degli obiettivi da parte di tutti gli attori chiamati in causa.
Organizzazione, performance, accelerazione: insieme sarà più semplice per tutti.