Domenica 13 novembre una ragazza egiziana, Aliaa Magda Elmahdy , posta sul suo blog una sua foto completamente nuda, insieme ad altre foto dello stesso tenore, in nome della libertà d’espressione . L’ ANSA riporta la sua autodefinizione, “laica, liberale, femminista, vegetariana, individualista, egiziana”, e la stessa Aliaa sembra aver dichiarato, sulla sua pagina Facebook, che attraverso la sua iniziativa stava “dando voce alle urla contro una società di violenza, razzismo, sessismo, molestie sessuali e ipocrisia”. Sul blog anche un’altra versione della stessa foto, coperta però da pecette gialle, che rappresenterebbero, secondo le parole della stessa Aliaa, “la censura sulla nostra conoscenza, la nostra espressione e la nostra sessualità”.
“Ho il diritto di vivere liberamente in qualsiasi posto. Mi sento felice e soddisfatta quando sento di essere veramente viva”, scrive ancora la blogger egiziana, che su Twitter conferma di usare il suo vero nome sui social network . Iscritta alla American University del Cairo, studentessa di Comunicazione e Arti mediali, classe 1991, Aliaa sembra non avere difficoltà ad attrarre su di sé le luci della ribalta. Nessuno ha ancora collegato, infatti, il suo nome a un’altra iniziativa che l’ha vista protagonista e che si può scoprire facilmente scorrendo la sua pagina di Facebook: è lei l’autrice dell’ appello che chiedeva agli uomini di indossare il velo e postarne la foto su Facebook (quasi a voler ristabilire una parità estetica tra donne e uomini dell’area islamica), raccontato da France24 , e arrivato persino in Italia .
Al momento la discussione sull’opportunità di queste foto e in generale dell’azione della giovane studentessa egiziana è animata su Twitter, dove in molti stanno dando la propria opinione sull’argomento contraddistinta dall’hashtag #NudePhotoRevolutionary . Se da una parte sono in tanti a esprimere lodi e solidarietà per il coraggio dimostrato, dall’altra non mancano i detrattori . Al momento, infatti, in Egitto i movimenti per i diritti delle donne sembra stiano perdendo terreno in maniera preoccupante, rischiando di compromettere la possibilità di instaurazione e consolidamento di un regime realmente democratico, anche in vista delle elezioni parlamentari del 28 novembre .
Sarebbero proprio queste ultime a preoccupare molti utenti che partecipano alla discussione sul gesto di Aliaa: è diffuso il timore che il suo gesto porterà solamente un inasprimento del conflitto, che andrà a totale discapito della causa rivoluzionaria . Un utente che si chiama Ali Hagras si augura che agli sheikh salafiti non arrivi una parola di tutto questo (come potrebbe essere possibile, dato che è già presente sui più importanti siti di news occidentali?), perché ne approfitterebbero per “rivoltarlo contro i liberali e i sostenitori della secolarizzazione”.
Al momento, tralasciando l’account Facebook e Twitter di Aliaa, non esistono ulteriori conferme dell’autenticità dell’iniziativa, che pare comunque verosimile. Le analogie con il caso Amina non mancano, ma sembra che ci siano anche abbastanza differenze rispetto a quanto accaduto con la faccenda della sedicente blogger siriana rivelatasi poi un educatore scozzese.
Elsa Pili
( fonte immagine )