Era dal 27 gennaio scorso che non si avevano più notizie di Wael Ghonim, capo della divisione marketing di Google a Dubai, scomparso poco dopo aver partecipato a una conferenza tenutasi a Il Cairo. Ora il primo ministro egiziano, Ahmed Shafiq, ha reso noto che il dirigente di BigG è stato arrestato per aver preso parte alle proteste contro il governo Mubarak e rilasciato qualche giorno dopo.
Nonostante le cause esatte dell’arresto rimangano oscure, sembra che Ghonim sia diventato una figura centrale delle proteste antigovernative, una sorta di eroe della democrazia per il popolo sceso nelle strade. Si sospetta che il suo arresto sia stato causato dopo aver dichiarato la precisa volontà di non abbandonare la piazza prima della liberazione del paese.
La scorsa domenica, le autorità egiziane hanno rotto il silenzio e comunicato a Hazem Ghonim, fratello dell’attivista, il suo probabile rilascio sotto scorta e la consegna presso i familiari. Anche il miliardario nordafricano Naguib Sawiris ha fatto sapere di aver parlato con il vicepresidente del paese, il quale avrebbe assicurato la liberazione del giovane dirigente. “Quel ragazzo è un eroe – ha aggiunto Sawiris – Una volta liberato, diventerà l’eroe vivente di questa rivoluzione”.
Wael Ghonim è annoverato entro il piccolo gruppo di attivisti politici egiziani da anni impegnati nel supporto del movimento di protesta attraverso l’uso dei social media . “Un anno fa dissi che Internet avrebbe cambiato la scena politica in Egitto e molti amici mi deridevano”, si leggeva sul suo profilo Facebook due giorni dopo lo scoppio delle rivolte a Il Cairo.
Rimane poco chiaro il ruolo effettivo che Ghonim avrebbe assunto nell’organizzazione delle proteste, le più grandi conosciute dall’Egitto negli ultimi trent’anni. Non c’è dubbio, tuttavia, che il rappresentante di Mountain View nei paesi arabi sia stato impegnato in un costante attivismo online nei mesi immediatamente precedenti allo scoppio dei disordini.
Cristina Sciannamblo