D’ora innanzi i documenti contratti in Italia potranno essere liberamente utilizzati anche in ogni altro paese europeo con la sicurezza di essere identificati e riconosciuti, potendo così accedere a svariati servizi anche oltre confine. E la novità è ovviamente vicendevole, poiché valida in ogni singolo paese europeo: i documenti saranno universalmente validi e riconosciuti, facilitando così lo spostamento delle persone e rendendo al tempo stesso più facile e sicuro il riconoscimento della documentazione in possesso.
Il mercato unico digitale è costruito su questo tassello basilare: l’identità. Attorno ai protocolli creati per giungere a questo punto fermo andrà ora costruito tutto il resto, sapendo che anche nella dimensione immateriale ogni cittadino europeo ha ora un suo corrispettivo account unico, certo ed in grado di rendersi interoperabile con una moltitudine di servizi.
One-step forward to the cross recognition of national #eID schemes in the EU – As from today, EU MS will recognise national systems of other MS, which have been notified to the European Commission & comply with #eIDAS. https://t.co/iAZi02boyE pic.twitter.com/WZpX0BcyqQ
— ENISA (@enisa_eu) September 29, 2018
eIDAS vuol dire fiducia
All’interno di un’Europa che vuol definirsi unica e unita, l’identità dei cittadini non può non essere considerata come allo stesso modo unica: nasce da questo principio il percorso che ha portato in queste ore all’inizio di una nuova era per quello che è il riconoscimento dell’identità dei cittadini europei all’interno di ognuno dei paesi facenti parte dell’unione.
Instaurare la fiducia negli ambienti online è fondamentale per lo sviluppo economico e sociale. La mancanza di fiducia, dovuta in particolare a una percepita assenza di certezza giuridica, scoraggia i consumatori, le imprese e le autorità pubbliche dall’effettuare transazioni per via elettronica e dall’adottare nuovi servizi.
Il presente regolamento mira a rafforzare la fiducia nelle transazioni elettroniche nel mercato interno fornendo una base comune per interazioni elettroniche sicure fra cittadini, imprese e autorità pubbliche, in modo da migliorare l’efficacia dei servizi elettronici pubblici e privati, nonché dell’eBusiness e del commercio elettronico, nell’Unione europea.
Con il regolamento eIDAS secondo la Commissione Europea verrà sbloccato un importante potenziale per privati e aziende, quantificabile in svariati miliardi di euro ogni anno in termini di minor tempo impiegato e maggior facilità per molte procedure. In particolare:
- transazioni elettroniche transfrontaliere: dall’accesso a dati sanitari all’apertura di un conto in banca, passando per l’iscrizione a università fuori dai propri confini nazionali: l’identità elettronica comune abbatte la burocrazia e facilita in modo estremo ogni singolo passaggio;
- l’apertura di un conto in banca all’estero senza dover essere fisicamente presente diventa cosa possibile grazie allo scambio sicuro e certificato delle informazioni;
- una identità verificata può essere la via di accesso per l’iscrizione ai social media fornendo un’età reale: il regolamento eIDAS, insomma, può essere un importante tassello di complemento anche per una piena applicazione fattiva della GDPR;
- gestire le identità con un il sistema eIDAS potrà consentire un miglior controllo delle informazioni relative alla propria persona, potendone gestire i flussi evitando ridondanze e abusi: il caso Cambridge Analytica insegna e il sistema Solid di Tim Berners-Lee ne è in qualche modo l’implementazione tecnica basata sul medesimo principio;
- la riduzione dei costi è l’elemento principale: grazie a identificazione elettronica (eID) e servizi elettronici di fiducia (eTS), si innesca un meccanismo che dovrà rivoluzionare il modo in cui l’identità viene certificata ed utilizzata all’interno dell’UE, il tutto grazie ad una piattaforma certificata che costruisce realmente un continente senza confini entro il quale ogni cittadino abbia una sola identità universalmente riconosciuta e “fruibile”.
Una volta tanto per l’Italia giunge una nota di merito: il nostro paese è, assieme, alla Germania, il primo ad aver concluso le pratiche per entrare a pieno titolo nel nuovo regime. Chi volesse capire come può trarre vantaggio dal nuovo sistema può utilizzare un utile e semplice strumento di test con il quale scegliere il proprio percorso e toccare con mano i vantaggi ottenibili: la strada verso lo SPID è ora lastricata non solo di buone intenzioni, ma anche di vantaggi concreti.