Poco importa se hai appena perso un razzo da 120 metri (Starship). Non esiste fallimento che non possa essere reso meno amaro dagli Eiffel 65. Vogliamo chiudere gli occhi e immaginare Elon Musk con noi, come noi, nelle domeniche pomeriggio di fine anni ’90 in discoteca, a bordopista con in mano un Angelo Azzurro.
I’m blue, da-ba-dee-da-ba-di
Il numero uno di Tesla e SpaceX, fresco nuovo proprietario di Twitter, colui che vuol salvare il genere umano portandolo su Marte e fermare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale (salvo poi lanciare un proprio nuovo progetto su questo fronte), ha scelto Blue per scrollarsi di dosso i postumi dell’esplosione che ha interrotto il primo volo del veicolo spaziale. E lo ha reso noto ai suoi quasi 136 milioni di follower sul social network.
let’s bring it to Mars 🚀💙
— Gabry Ponte (@gabryponte) April 21, 2023
Quasi immediata la replica di uno dei diretti interessati, Gabry Ponte, che insieme a Maury e Jeffrey Jey formava il trio originale autore del brano: Portiamolo su Marte
.
Il video di Blue contiene più di un riferimento allo spazio. È ambientato sul pianeta Tukon4. Lì, gli alieni Zorotl e Sayok6 trasportano il cantante del gruppo durante un concerto.
La clip, all’epoca in rotazione continua sulle emittenti musicali nostrane, è un salto nel passato per chi quegli anni li ha vissuti in prima persona. Realizzata da cinque membri del team BlissCoMedia (divisione di Bliss Corporation), è stata assemblata con un mix in realtà poco elaborato di green screen e modelli tridimensionali animati in 3ds Max. Dalla pagina Wikipedia dedicata: Con pochissime risorse, tutorial e libri, oltre che con una sola macchina per l’editing, il video è stato creato tra il 1998 e il 1999 in un garage, in circa due o tre mesi
. NME lo ha inserito alla posizione 35 della classifica dei 50 peggiori video musicali di tutti i tempi. E, nonostante l’effetto nostalgia suscitato da ricordi ormai lontani, non ce la sentiamo di smentire.