Ricordate la storia di El Salvador e Bitcoin? A inizio giugno il paese ha adottato la criptovaluta come moneta a corso legale, una prima assoluta al mondo, ispirando altre iniziative simili in alcuni territori del Sud America (al momento non ancora andate in porto). Ora il Ministro delle Finanze locale, Alejandro Zelaya, torna sul tema per far sapere che il suo impiego sarà opzionale e non obbligatorio.
El Salvador e Bitcoin: un mezzo passo indietro?
Nessuna sanzione per i negozianti che continueranno ad accettare esclusivamente il dollaro statunitense rifiutando di incassare pagamenti in BTC. Parole in contrapposizione con uno degli articoli della norma approvata nei mesi scorsi, in cui viene messo nero su bianco che “ogni agente economico” è tenuto ad accettare la crypto. La conferma in occasione di un intervento davanti alle telecamere della trasmissione televisiva Frente a Frente.
Non tutti hanno accolto nel migliore dei modi la decisione presa nei mesi scorsi da El Salvador. Tra chi ha storto il naso anche la Banca Mondiale, che frenando l’entusiasmo ha negato il proprio appoggio, esprimendo perplessità in merito all’adozione di Bitcoin come moneta a corso legale per via di questioni riguardanti la trasparenza delle transazioni e la sostenibilità ambientale. Questa la dichiarazione di un portavoce affidata alle pagine di Reuters.
Siamo impegnati nell’aiutare El Salvator in molti modi, inclusi quelli che riguardano i processi legati a regolamentazione e trasparenza delle valute, ma nonostante il suo governo ci abbia approcciati per ricevere assistenza su Bitcoin, non è qualcosa che la Banca Mondiale può appoggiare considerando le carente in termini di tutela ambientale e trasparenza.