A Electronic Arts (EA) non basta più essere uno dei più grandi publisher videoludici del mondo: lo storico colosso di settore – fondato da Trip Hawkins nel lontano 1982 – intende ora ritagliarsi una fetta importante della commercializzazione vera e propria dei suoi videogame, in rete come nel mercato retail tradizionale.
L’assalto di EA al digital delivery prende la forma di “Origin”, la nuova piattaforma di distribuzione proprietaria attraverso cui il publisher intende mettere sul mercato le copie digitali dei nuovi titoli. Origin avrà naturalmente la sua bella fetta di esclusive a cominciare dal prossimo, colossale MMORPG in tema starwarsiano (SW: The Old Republic), dai contenuti aggiuntivi per Battlefield 3 e Mass Effect 3 e altro ancora.
Origin rappresenta un guanto di sfida prima di tutto a Steam di Valve , e non a caso già si sono accese le prime scintille tra le due società: in perfetta corrispondenza con l’annuncio della nascita di Origin, Crysis 2 è stato ” estromesso ” dallo store virtuale della casa di Half-Life (2) e Portal (2).
EA sostiene che la responsabilità dell’accaduto vada accollata tutta a Valve e a certi “business terms” di Steam per gli sviluppatori interessati a vendere contenuti aggiuntivi per i loro giochi, termini che risulterebbero incompatibili con un altro, non meglio specificato servizio di download con cui Crytek (lo sviluppatore di Crysis 2, distribuito da EA) avrebbe già stretto accordi.
Nel rimpallo delle responsabilità – e nel silenzio di Valve sulla questione – c’è di concreto la volontà di EA di spingere l’acceleratore sul controllo della distribuzione, volontà ulteriormente rafforzata dalla notizia dell’ apertura di nuovi negozi – questa volta niente affatto virtuali – per la commercializzazione di prodotti appartenenti alla linea EA Sports.
Alfonso Maruccia