L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha irrogato sanzioni complessive per oltre 15 milioni di euro a sette fornitori di energia elettrica e gas naturale sul mercato libero. Enel Energia, Eni Plenitude, Acea Energia, Iberdrola, Dolomiti Energia ed Edison Energia hanno adottato pratiche commerciali aggressive per imporre ai clienti nuove condizioni contrattuali in contrasto con l’art. 3 del decreto Aiuti bis.
Sanzione record per Enel Energia
L’art. 3 del decreto Aiuti bis (n. 115 del 9 agosto 2022) prevedeva la sospensione, fino al 30 aprile 2023, dell’efficacia di ogni clausola che consentiva di modificare unilateralmente le condizioni generali di contratto relative alla definizione del prezzo. L’autorità antitrust aveva accertato ad ottobre e dicembre 2022 la violazione dell’articolo da parte di 11 aziende, avviando i relativi procedimenti e adottando i corrispondenti procedimenti cautelari.
Le società hanno presentato ricorso, evidenziando l’errata interpretazione dell’articolo. Il TAR del Lazio e il Consiglio di Stato hanno quindi annullato i provvedimenti cautelari emessi da AGCM, in quanto il suddetto articolo doveva essere applicato solo ai contratti in corso al 30 aprile 2023 (scadenza successivamente prorogata al 30 giugno 2023).
Su 11 procedimenti erano rimasti aperti quelli relativi a sei aziende che oggi sono state sanzionate dall’autorità antitrust. Enel Energia, Eni Plenitude, Acea Energia, Iberdrola, Dolomiti Energia ed Edison Energia hanno inviato lettere per indurre i clienti ad accettare modifiche dei prezzi con significativi incrementi delle bollette.
La multa più salata dovrà essere pagata da Enel Energia, ovvero il massimo di 10 milioni di euro previsto dal Codice del Consumo, in quanto ha aumentato i prezzi in assenza di una scadenza nota ai clienti. Una simile pratica scorretta è stata adottata da Eni Plenitude che ha ricevuto una sanzione di 5 milioni di euro.
Acea e Dolomiti hanno invece aumentato i prezzi 10 giorni dopo l’invio della comunicazione, invece di rispettare il preavviso di 90 giorni. Pertanto sono state irrogate sanzioni di 560.000 e 50.000 euro, rispettivamente.
Iberdrola ha minacciato la risoluzione contrattuale in caso di mancata accettazione di un nuovo contratto di fornitura con condizioni economiche peggiorative, quindi deve pagare una multa di 25.000 euro. Infine, Edison ha applicato l’incremento dei prezzi prima della scadenza delle tariffe prevista dal contratto. Tuttavia, considerato che i clienti sono stati rimborsati, la sanzione è pari al minimo, ovvero 5.000 euro.