La società di analisi IHS iSuppli ha diffuso il suo ultimo rapporto sulle parti elettroniche contraffatte, denunciando lo stato di un fenomeno in crescita. Le denunce di contraffazioni elettroniche (microchip e non solo) viaggiano al ritmo di una ogni 15 secondi, dice IHS.
Un po’ a sorpresa, al primo posto nella lista dei paesi da cui proviene il maggior numero di denunce non si classifica la Cina: quella che è spesso ritenuta la patria dei falsi e dei prodotti in replica è solo seconda con il 32 per cento delle denunce, mentre primi risultano gli USA con il 33 per cento.
L’anno passato è stato “un anno record” per il numero di “incidenti di contraffazione” denunciati, dice Rory King di IHS, un picco che porta a 12 milioni le parti fasulle totali registrate dal 2007 a oggi.
Denunce a parte, capitolo più spinoso e problematico risulta essere quelli dei paesi d’origine dei falsi elettronici: i produttori di croste digitali sono furbi ed è complesso tracciare una mappa realistica delle criticità, nondimeno IHS dice che il 64 per cento delle nazioni contraffattrici comprende solo quattro paesi: Malaysia, Corea del Sud, Giappone e Filippine.
Alfonso Maruccia