È andato in prescrizione il reato contestato ai responsabili di Radio Vaticana, il Cardinale Roberto Tucci e all’ex direttore generale della radio Pasquale Borgomeo, morto nel luglio del 2009, per l’emissione di onde elettromagnetiche dagli impianti di Santa Maria di Galeria: ma le parti civili riceveranno comunque un risarcimento danni.
La quarta sessione penale della Cassazione ha confermato infatti la sentenza pronunciata dalla Corte d’appello di Roma il 14 ottobre del 2009, in cui era stata pronunciata la prescrizione della condanna a 10 giorni per Tucci e il diritto al risarcimento alle vittime . In primo grado gli imputati erano stati condannati, mentre al primo appello erano stati assolti in quanto il fatto contestato non era previsto come reato dalla legge italiana.
In Cassazione l’avvocato del Cardinale Tucci aveva chiesto l’assoluzione con formula piena e, in subordine, la conferma della prescrizione pronunciata in quella sede.
Il reato contestato era il “getto pericoloso di cose”. Nel caso specifico le onde emesse con le antenne radio nella zona di Cesano, comune alle porte di Roma, e nella frazione di La Storta sarebbero “le cose” pericolose gettate da Radio vaticana. O almeno è questa l’accusa che i cittadini stanno da anni cercando di far passare, per superare la vaghezza della normativa italiana in materia di elettrosmog e l’extraterritorialità delle antenne pontificie.
In sede civile si dovrà ora stabilire a quanto ammonti il risarcimento dovuto , ma il presidente del Codacons, l’avvocato Carlo Rienzi, che in Cassazione ha patrocinato la posizione degli abitanti danneggiati, si è detto soddisfatto: “È una grande vittoria: finalmente giustizia è fatta e gli abitanti di Cesano potranno ottenere i giusti risarcimenti”. E sottolinea che il monsignor Tucci “è stato condannato anche a risarcire 2.500 euro per le spese di Giustizia sostenute dal Codacons”.
Rienzi, ora, si concentra sull’altra causa in piedi sempre contro Radio Vaticana: “quella assai più grave dell’aumento della mortalità per leucemia tra gli abitanti del Cesanese”.
Claudio Tamburrino