Continua la politica anti criptovalute della BCE, la Banca Centrale Europea, che, in un recente documento, mette in guardia dal Bitcoin. Paradossalmente, secondo la BCE, se il prezzo di BTC continuerà ad aumentare sarà un problema. Le motivazioni? Eccole qui sintetizzate in un estratto del documento ufficiale della BCE:
- non aumenta il potenziale produttivo dell’economia;
- le conseguenze del presunto aumento sono essenzialmente redistributive;
- quindi, gli effetti sulla ricchezza dei primi detentori avvengono a spese dei consumi del resto della società;
- l’esistenza di Bitcoin impoverisce sia i non detentori che i ritardatari.
Questo documento è stato redatto con il sostegno di Jürgen Schaaf, consulente del Senior Management dell’area commerciale Market Infrastructure and Payments della BCE. Non certo un simpatizzante crypto. Infatti, ieri, in un post su X, ha elencato i motivi per cui tutti dovrebbero “eliminare Bitcoin“. Vediamo insieme quali sono le sue ragioni e le controrisposte di chi, invece, è pro crypto.
Bitcoin è “una bolla speculativa che alla fine scoppierà”
Secondo Schaaf il Bitcoin è “una bolla speculativa che alla fine scoppierà“. Inoltre, “i sostenitori di BTC sono certi che si tratti di un bene di investimento prezioso, con il potenziale per una continua crescita del valore. Anche i ritardatari, dicono, dovrebbero buttarsi. Ma la nostra analisi mostra una storia diversa“.
Cosa intende Schaaf con questa affermazione? Come indicato nel documento della BCE, l’idea è che, sei i prezzi di BTC continuano ad aumentare e la bolla non scoppia, la ricchezza dei primi investitori pesa sui ritardatari e suoi non detentori, “con conseguenti significativi effetti di ridistribuzione“. La soluzione? Per Schaaf è molto semplice:
I non-holder dovrebbero riconoscere che l’ascesa di Bitcoin è alimentata dalla ridistribuzione della ricchezza a loro spese. Ci sono valide ragioni per sostenere politiche che limitino la crescita di Bitcoin o addirittura la eliminino.
In risposta a queste dichiarazioni è arrivato il CEO di Celestial Mining Management, Steven Smith, che ha dichiarato: “Il punto è che non abbiamo burocrati che si vantano o intervengono a spese di tutti gli altri basandosi su ciò che ritengono ‘giusto’ o ‘buono’ o altro“. Nel frattempo, Donald Trump vede negli Stati Uniti la futura capitale delle criptovalute.