Elitel, una bussola nella burrasca

Elitel, una bussola nella burrasca

L'azienda intende accedere ai benefici della procedura prevista dalla legge Prodi bis. A giorni la possibile svolta per l'azienda, che dipenderà dal Tribunale di Milano
L'azienda intende accedere ai benefici della procedura prevista dalla legge Prodi bis. A giorni la possibile svolta per l'azienda, che dipenderà dal Tribunale di Milano

Milano – La vicenda Elitel arriva, come era prevedibile, in Tribunale: l’azienda, nei giorni scorsi, ha presentato un’istanza dinanzi al Tribunale di Milano per imporre a Telecom Italia il ripristino delle linee. E ieri il presidente Giorgio Fatarella ha spiegato – in una conferenza stampa tenuta all’Hotel Michelangelo di Milano – il passato, il presente e i progetti per il futuro di un’azienda che oggi versa in gravi difficoltà.

“Il nostro obiettivo è assicurare la continuità operativa, per garantire il lavoro delle quasi 2.000 persone che sono impiegate, a tempo indeterminato e con contratti a termine, nelle società del gruppo” ha dichiarato Fatarella, spiegando come sarà possibile concretizzare questo obiettivo: “Telecom Italia deve riallacciare le linee che ha tagliato lo scorso 4 luglio, interrompendo di fatto un servizio pubblico, recando danni gravi a centinaia di aziende, togliendo la possibilità di usare il telefono a migliaia di persone, comprese le utenze sensibili, come quelle per le persone malate”.

Elitel, come noto, pochi mesi fa è passata sotto il controllo di Vive La Vie e Telvia, una società “costituita con lo scopo di possedere una quota di Elitel Telecom SpA per supportarla con le risorse finanziarie nella realizzazione del nuovo piano industriale”.

“Abbiamo acquisito il controllo di Elitel lo scorso mese di febbraio e nei primi tre mesi di gestione abbiamo portato la società a realizzare interessanti margini – ha dichiarato Fatarella – Grazie al buon lavoro di tutti i dipendenti e i collaboratori abbiamo dimostrato di poter gestire la società in modo adeguato e presentato a Telecom proposte per la ristrutturazione del debito. Ma Telecom, pur lasciando sempre aperta una porta al dialogo, non ha accettato le nostre proposte fino ad adottare questo provvedimento shock”.

L’attacco all’incumbent è molto duro e le accuse mosse a Telecom Italia sono di non aver voluto trovare un accordo sulla ristrutturazione del debito accumulato dall’azienda e di volerle rubare i clienti: “Abbiamo le prove che Telecom sta cercando di prendersi i nostri clienti. Basti pensare che al 187 di Telecom dicono che Elitel è fallita. Se hanno permesso che il debito del nostro gruppo salisse a 106 milioni a fronte di una fideiussione di 16 milioni, è perché il gruppo guidato da Riccardo Ruggiero ha preso come garanzia la nostra clientela” ha dichiarato, aggiungendo: “Telecom sta offrendo ai clienti Elitel i propri servizi in un momento in cui essi sono sprovvisti del telefono e delle reti ADSL a causa del taglio delle loro linee”.

La crisi, secondo Fatarella, avrebbe avuto inizio proprio con il rifiuto di Telecom al raggiungimento di un accordo e con il distacco delle linee. Anche se, a onor del vero, le rilevanti proporzioni dell’indebitamento affondano le radici nel passato, come si evince dalle dichiarazioni del legale della società Michele Sarno, che ha affermato: “Ci chiediamo perché durante la passata gestione di Elitel, Telecom Italia in sei anni abbia lasciato che il suo credito salisse a 106 milioni di euro”.

Parallelamente alla denuncia nei confronti di Telecom Italia, il presidente di Elitel ha annunciato che la società presenterà in Tribunale, entro la fine di luglio, la documentazione necessaria per accedere all’amministrazione straordinaria. Una procedura destinata alle grandi aziende, che per accedervi devono dimostrare di poter contare su una forza lavoro di almeno 200 lavoratori dipendenti. Il gruppo, nei numeri indicati da Fatarella, occupa oltre 2mila persone, ma nessuna azienda che ne fa parte – presa singolarmente – occupa il numero minimo di persone richiesto. Il Tribunale potrebbe comunque concedere l’applicazione della procedura al Gruppo (che allo scopo potrebbe anche far confluire i dipendenti nel nucleo societario di proporzioni più rilevanti).

Dario Bonacina

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Pubblicato il
18 lug 2007
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