Oracle si è fatta recentemente notare soprattutto per la sua vocazione a inimicarsi ampie fette della community dell’open source, ma la corporation dei database aziendali è altresì un colosso che colleziona utili e ha tutta l’intenzione di rafforzare la sua posizione in ambito enterprise . L’arma in più di Oracle? Il CEO Larry Ellison, che non perde occasione per descrivere i concorrenti come relitti del passato pronti a essere divorati dalla sua creatura.
I risultati trimestrali di Oracle hanno tutti il segno positivo: nel secondo quarto dell’anno fiscale la corporation ha totalizzato 8,6 miliardi di dollari di ricavi, con utili pari a 1,87 miliardi e 37 centesimi ad azione. La linea di appliance per database Exadata ha raggiunto i 2 miliardi di dollari, dice Oracle, così come le nuove licenze software con un incremento del 21%.
Gli aggiornamenti software e il supporto hanno fruttato 3,6 miliardi di dollari (+12%), i sistemi hardware 1,1 miliardi, i database e il middleware 3,86 miliardi (+17%) e le applicazioni 1,78 miliardi (+12%). Oracle è ora un colosso che conta oltre 105mila dipendenti su scala globale , e assieme ai numeri Ellison ha sciorinato alcune delle sue perle sul futuro e la presunta inferiorità della concorrenza.
Ellison dice che Oracle deve crescere ancora e diventare il numero uno nel mercato dei server ad alte prestazioni, naturalmente a spese di aziende del calibro di IBM, HP e SAP. Il CEO ce l’ha particolarmente con HP, azienda che produrrebbe server “lenti, costosi e con poco o nessun software sopra”.
Alfonso Maruccia