Elon Musk è finito per l’ennesima volta al centro di un’accesa discussione quando, la scorsa settimana, il TIME l’ha eletto Person of the Year. In molti hanno puntato il dito contro la decisione del settimanale, citando alcune dichiarazioni e pratiche quantomeno discutibili attribuite al numero uno di Tesla e SpaceX: tra queste, anche la posizione assunta nei confronti delle tasse.
Person of the Year verserà 11 miliardi di tasse
La replica del diretto interessato non si è fatta attendere molto ed è giunta, come sempre, sotto forma di post. Quello che attualmente è l’uomo più ricco al mondo (il primato è conteso da un certo Jeff Bezos) è intervenuto sul social network per ricordare che quest’anno verserà oltre 11 miliardi di dollari nelle casse pubbliche, più di qualsiasi altro americano nella storia.
Per chi se lo stesse chiedendo, quest’anno pagherò oltre 11 miliardi di dollari in tasse.
For those wondering, I will pay over $11 billion in taxes this year
— Elon Musk (@elonmusk) December 20, 2021
Dall’inizio di novembre in poi, Musk ha venduto azioni Tesla per un controvalore quantificato in quasi 14 miliardi di dollari, dopo aver chiesto il da farsi ai suoi 67 milioni di follower su Twitter. Attraverso la stessa piattaforma ha di recente reso noto di voler mollate tutto per diventare un influencer a tempo pieno e rinnovato il proprio supporto alla criptovaluta Dogecoin, anticipando che l’automaker la accetterà per gli acquisti online del merchandise.
Tornando alla sua nomina a Person of the Year da parte del TIME, la redazione del settimanale ha replicato alle critiche affermando che non si tratta di un premio, bensì di un riconoscimento attribuito a colui (o colei o coloro) che nel corso dei dodici mesi trascorsi hanno esercitato la maggiore influenza sugli eventi, nel bene o nel male. A supporto di questa tesi alcuni casi esemplari dal passato: Hitler (che lo ricevette nel 1938, senza però comparire in copertina) e Stalin (due volte, nel 1939 e nel 1942).