Se solo poche settimane fa Tesla era il brand paladino dei Bitcoin, a distanza di poco tempo c’è già la frattura. Elon Musk, infatti, ha risolutamente sciolto quel nodo che legava le auto più ecologiche alla moneta più inquinante ed ha rotto il legame tra le parti. Se dunque prima era possibile acquistare le Tesla in Bitcoin, ora tutto ciò non sarà più perseguibile: si torna alla moneta tradizionale, in attesa che altre criptovalute propongano una alternativa.
Musk: Bitcoin inquina troppo
Tesla era la maggior dimostrazione che gli investitori nella criptovaluta avevano a disposizione per dimostrare una certa solvibilità della moneta virtuale. Se lo fa Tesla, del resto, perché non avrebbero dovuto farlo anche altri, aggiungendo valore alla criptovaluta grazie alla sua possibilità di circolare (oltre che essere mera speculazione)? Ora però Tesla si defila e la situazione torna quella precedente nonostante ben poche Tesla siano state acquistate nel frattempo con questo tipo di pagamento: non si dispone di dati in merito, ma il tempo utile è stato molto poco.
Musk ha dato una spiegazione precisa:
Tesla & Bitcoin pic.twitter.com/YSswJmVZhP
— Elon Musk (@elonmusk) May 12, 2021
Tesla ha sospeso la vendita di veicoli usando Bitcoin. Siamo preoccupati per il rapido aumento dell’uso di combustibili fossili per mining e transazioni di Bitcoin, specialmente il carbone, che ha emissioni peggiori di ogni combustibile. Le criptovalute restano una buona idea ad ogni livello e crediamo possano avere un promettente futuro, ma questo non può accadere con gravosi costi per l’ambiente. Tesla non venderà alcun Bitcoin e intendiamo usarli per le transazioni non appena il mining passerà ad energie più sostenibili. Stiamo cercando altre criptovalute che hanno un rapporto energia/transazione minore dell’1% rispetto ai Bitcoin.
Nulla che il mondo non avesse fatto notare a Tesla in tempi non sospetti: l’abbinata tra auto elettriche e Bitcoin è una contraddizione nei termini perché se da una parte si allontanano i motori a combustibili fossili, dall’altra se ne stimola l’uso con valute che si basano sul consumo elettrico. L’altra faccia della moneta sta nei teoremi per cui inquini di più un’auto elettrica che non una tradizionale (in virtù del fatto che l’elettricità viene ancora prodotta in gran parte con metodi a bassa sostenibilità) e al tempo stesso il Bitcoin usi più energie rinnovabili di quanto non lascino intendere i detrattori.
Musk non scarica del tutto le criptovalute, ma spiega di voler accedere a soluzioni più sostenibili: nessun riferimento esatto e il mondo Dogecoin si chiede se sia questo un passaggio del testimone o cos’altro.
Ma non è questa la sede per dipanare la matassa, perché la decisione di Musk dice anzitutto altro: Tesla non userà più i Bitcoin, i quali tornano ad essere essenzialmente moneta speculativa al di fuori della sua reale spendibilità nel mondo reale. Immediata la caduta del valore, ma limitata: gli investitori non sembrano pronti a cedere valuta a fronte di un prezzo poco sopra i 50 mila dollari e così l’impatto è presto calmierato: in questo momento Bitcoin recupera il 3,5% dopo una settimana a -12% – in buona parte dovuta alla reazione immediata alle parole di Musk – ed un mese a -22% (a fronte di un +430% annuo).