Elon Musk ha scritto una mail ai dipendenti Tesla rivelando che il gruppo è stato “sabotato”. Al momento la vicenda è alquanto oscura e tutto ciò che si sa è quanto appreso dagli organi di stampa che hanno avuto modo di leggere la mail inviata internamente.
Un dipendente, del quale non si conoscono le generalità, ma che il gruppo avrebbe già individuato, avrebbe operato per danneggiare le operazioni di produzione della Tesla Model 3 ed avrebbe trafugato codice verso fonti esterne non ancora meglio identificate. Nella mail, Musk spiega che non è chiaro se l’individuo abbia agito a titolo individuale (motivato a quanto pare da una promozione mai ricevuta) o se spinto da pressioni esterne.
Musk circonda la vicenda di un ulteriore alone di mistero spingendo la vicenda verso un più ampio contesto di complotto nei confronti del proprio gruppo, spiegando che dietro il sabotaggio potrebbe esserci uno qualsiasi dei molti nemici del gruppo, dai rivali del comparto automotive, fino alle aziende oil&gas, passando per gli investitori “short” di Wall Street (che stanno scommettendo al ribasso sulle azioni Tesla).
Tesla è già nel mirino per molte vicende: gli alti e bassi in borsa, i ripetuti incidenti occorsi, il licenziamento di un’ampia parte di forza lavoro, la pressione sui ritmi di produzione della Model 3. A tutto ciò si aggiungono le dichiarazioni destabilizzanti dello stesso Musk, non spesso e volentieri non hanno certo aiutato a dare certezze agli investitori. Quello che viene ora presentato come un sabotaggio si aggiunge a questo quadro di incertezze, a metà tra l’eroismo dell’azienda rivoluzionaria ed il vittimismo dell’azienda che non riesce a stare al passo con le promesse.
Per Tesla è sicuramente un momento delicato e far chiarezza anche su quest’ultimo misfatto aiuterebbe ad inquadrare meglio la situazione. Sabotaggio o meno che sia, l’azienda non può certo scaricare altrove la responsabilità di eventuali manomissioni interne. Le indagini sull’accaduto restituiscano la verità, ma quest’ultima possa fuoriuscire dagli uffici Tesla per arrivare in mani a quanti oggi depongono la propria fiducia nella missione per l’auto elettrica ed autonoma: una chimera che fa bene ai sogni di innovazione, ma che va puntellata nel pragmatismo quotidiano del mercato.