Web – “SafeMessage offre controllo totale a coloro che devono inviare importanti informazioni in assoluta sicurezza. Offre privacy completa impedendo la duplicazione del messaggio crittato e consentendo al mittente di prevederne l’autodistruzione in uno specifico momento senza che rimanga alcuna traccia della lettera”: così SafeMessage accoglie i visitatori sul suo sito dal quale in queste ore inizia la distribuzione del proprio software di messaging crittato.
Un software che, al contrario di suoi simili predecessori, è finito al centro delle cronache in pochi giorni. Pare infatti che l’FBI e le autorità di pubblica sicurezza statunitensi siano preoccupate per la distribuzione del programma. Temono che terroristi e criminali di vario livello possano servirsene per comunicare via email senza temere di essere intercettati. Stando a Graham Andrews, CEO della AbsoluteFuture che produce il software, SafeMessagge è un “sistema autodistruggente garantito. Ogni traccia sui computer e sui server viene cancellata”.
L’idea di fondo utilizzata per “piazzare” il software viene spiegata dal sito: “chi spedisce un’email lascia probabilmente otto copie della stessa in almeno quattro punti diversi”; “email di oggi, prova giudiziaria di domani”; “l’email è come inviare una cartolina via Internet. Può essere letta mentre viene trasmessa oppure quando viene ricevuta da chi ha accesso al computer”.
Stando all’FBI, SafeMessage rappresenta un ostacolo notevole per le indagini della polizia americana. “La tecnologia – ha spiegato uno dei boss FBI, John Collingwood – si evolve rapidamente e ci sono sfide sempre crescenti per le forze di polizia che devono garantire la sicurezza pubblica. O ignoriamo questo dovere oppure affrontiamo le sfide”.
Va detto che SafeMessage non è certo il primo programma pensato per crittare la posta elettronica e prevedere la sua autodistruzione “personalizzata”. Oltre a Zixmail e ZipLip in passato si è sentito molto parlare di Disappearing E-mail , software nato con caratteristiche molto simili a SafeMessage senza però destare curiosamente tanta attenzione da parte dei media statunitensi.