Un gran numero di email destinate all’esercito statunitense sta finendo, per un errore di battitura, nel Mali. Di conseguenza, importanti segreti militari e altre informazioni riservate o confidenziali potrebbero giungere nelle caselle del destinatario sbagliato. Da qualche parte nell’Africa occidentale anziché negli uffici del Pentagono.
Typo leak invia nel Mali le email della Difesa USA
A causare il problema è il dominio di primo livello .MIL gestito dalla Defense Information Systems Agency. È l’agenzia che, negli USA, supporta il Dipartimento della Difesa. Molti, inconsapevolmente, stanno inviando le loro missive a indirizzi che terminano invece con .ML, associato proprio alla repubblica africana, dimenticandosi di una sola, ma decisiva lettera.
Una differenza non di poco conto, se si considera che la corrispondenza può contenere comunicazioni tra esponenti della diplomazia internazionale, contratti, password, referti medici e perfino documenti secretati.
C’è chi da tempo cerca di portare alla luce la questione. È il caso dell’imprenditore olandese Johannes Zuurbier, la cui società (Mali Dili) è stata incaricata un decennio fa di gestire il dominio nazionale del Mali. Qual è il volume di messaggi di cui si parla? Tutt’altro che trascurabile: un migliaio al giorno.
Zuurbier ne ha raccolti in totale circa 117.000 a partire da gennaio. Ha anche cercato di mettersi in contatto con gli Stati Uniti per risolvere la questione già nei mesi scorsi, anche e soprattutto perché il suo contratto con il paese africano scadrà nei prossimi giorni. Allora, le autorità maliane saranno in grado di intercettare e leggere le email erroneamente spedite agli indirizzi .ML anziché a quelli .MIL.
A rappresentare un’ulteriore fonte di preoccupazione è lo stretto rapporto di cooperazione tra la capitale Bamako e Mosca. In altre parole, un alleato della Russia potrebbe essere in grado di allungare le mani su segreti militari da impiegare poi eventualmente nel contesto della guerra in Ucraina o per altre finalità.
Una delle email mal indirizzate quest’anno includeva i piani di viaggio del generale James McConville, il capo di stato maggiore dell’esercito USA, nonché della sua delegazione, per un’imminente visita in Indonesia pianificata nel mese di maggio.
È solo un esempio dei tanti. Altri riportati da Zuurbier fanno riferimento a problemi individuati negli F-35 in dotazione alle forze australiane e a una vulnerabilità individuata nel software degli Apache olandesi. C’è persino a una discussione per la fornitura di munizioni in Italia.