All’industria dei contenuti Michael Robertson decisamente non piace. Il fondatore di Lindows/Linspire , CEO del servizio VoIP SIPphone , nonché padre di una multiforme offerta che fa perno sulla musica, dovrà sedare in tribunale l’ira che le major nutrono nei confronti dell’ esplosiva combinazione dei suoi servizi Mp3tunes.com e sideload.com .
Ad imbracciare le armi stavolta sono un gruppo di etichette EMI: hanno denunciato Robertson per avere intenzionalmente violato il copyright, attraverso i servizi che offre online. Mp3tunes è un negozio online di musica DRM free al quale è affiancato un servizio di storage per esportare online la propria collezione di musica, da ascoltare su qualsiasi device connesso in rete. Sideload, invece è una sorta di archivio generato dagli utenti, che raccoglie link a brani MP3 pubblicamente disponibili in rete.
Una combinazione di servizi che, a parere dell’accusa, abiliterebbero “la produzione e le distribuzione di copie multiple non autorizzate”: gli utenti, spiega Wall Steet Journal , sarebbero incoraggiati a scaricare ed archiviare nello spazio fornito da Mp3tunes.com la musica segnalata dai link di Sideload.
I locker , gli spazi di archiviazione offerti da Mp3tunes presentano numerose analogie con Mp3.com , il servizio che anni fa consentiva ai suoi utenti di depositare online copie della musica acquistata legalmente, per poterle ascoltare ovunque sul web. Un modello di business che già nel 2000 non era piaciuto alle case discografiche, che, dopo aver trascinato Robertson in tribunale, lo avevano costretto a rivendere il suo Mp3.com a Vivendi per 372 milioni di dollari.
Sideload, in particolare, era già stato oggetto del contendere: EMI in settembre aveva inoltrato a Robertson delle richieste di takedown e di rimborso per i link a brani posseduti dalla major, postati a favore degli utenti del servizio. Richieste alle quali Robertson aveva risposto denunciando l’etichetta, chiedendo che fosse un giudice a sancire la legalità dei servizi offerti.
È per questa serie di precedenti che Roberson legge la recente denuncia di EMI semplicemente come una ritorsione, che potrebbe non avere conseguenze legali per il servizio. Infatti, spiega Robertson, Sideload è paragonabile ad “un motore di ricerca proprio come Google”. Una dichiarazione solo apparentemente: la questione del diritto di link è ancora tutta da discutere.
Gaia Bottà