Chiunque abbia intenzione di recarsi negli Emirati Arabi potrà stare tranquillo sul funzionamento del proprio BlackBerry: è stato raggiunto l’accordo tra RIM e il governo locale.
La vicenda ha finalmente trovato il suo epilogo, dopo mesi di botta e risposta tra le parti in causa. Tutto ha inizio quando le autorità dell’emirato annunciano di voler monitorare gli strumenti di messaggistica dello smartphone canadese per motivi di sicurezza nazionale: si teme che a sfruttare certi canali di comunicazione siano anche alcune cellule terroristiche di Al Quaeda.
Dopo che la Commissione per le Comunicazioni e l’IT ha annunciato il blocco dei dispositivi, RIM ha risposto sostenendo di rispettare le regolamentazioni locali dei 170 paesi in cui opera, insistendo sulla necessità di compiere un’indagine approfondita sulla faccenda. La partita, almeno per il momento, si conclude con la vittoria di Abu Dhabi .
Nonostante tutte le moltiplici implicazioni riguardanti privacy e censura, Research in Motion ha acconsentito al monitoraggio di determinate attività di comunicazione (messaggistica istantanea, e-mail e traffico internet) degli utenti BlackBerry, fornendo i codici della cifratura. Di conseguenza, il governo ha deciso la sospensione del blocco dei servizi BlackBerry, provvedimento che, se realizzato, avrebbe potuto comportare danni importanti ai circa 500mila utenti residenti e transitanti ogni giorno sul suolo del paese.
Tirano un sospiro di sollievo tutti gli operatori economici che negli Emirati Arabi Uniti fanno grandi affari , per i quali il blocco del BlackBerry avrebbe rappresentato un fastidioso ostacolo. Jimmy Patel, direttore generale di Jacky’s Electronics (tra le maggiori aziende di elettronica attive in loco ), afferma che le vendite degli smartphone è calata dal 65 al 10 per cento del totale, dopo l’annuncio dell’arresto del servizio da parte dell’autorità locale delle telecomunicazioni.
I termini dell’accordo con RIM rimangono segreti. Ma i motivi della decisione appaiono molto simili al caso indiano : anche Nuova Delhi è riuscita (pena il bando dei prodotti) a ottenere “alcune soluzioni tecniche” per monitorare il servizio di email cifrate dei dispositivi dell’azienda canadese. Se, come stimato da Mike Abramsky – analista della RBC Capital Markets di Toronto, RIM possiede circa 1,2 milioni di utenti in India e 1,1 milione negli Emirati Arabi Uniti, è facile quantificare il danno economico che il blocco dei servizi avrebbe comportato.
Nonostante la società candase si fosse, in principio, rifiutata di consegnare le chiavi di cifratura alle autorità del Golfo, l’intesa appena raggiunta dimostra come le pressioni messe in atto dal governo di Abu Dhabi l’abbiano costretta a compiere un passo indietro. Un tale ripensamento potrebbe rappresentare un notevole danno di immagine per un’azienda che ha fatto anche della sicurezza nelle comunicazioni il proprio marchio di fabbrica.
Cristina Sciannamblo