L’Oxford Dictionary ha incoronato per l’ennesima volta la Rete nello scegliere la “parola dell’anno”.
Stavolta l’istituto del dizionario di Oxford, l’autorità maggiore in campo di inglese che ogni anno seleziona una parola rappresentativa per diffusione e pervasività, ha operato una scelta ancora più radicale, se non addirittura provocatoria : è una emoji la parola dell’anno, la faccina che piange dal ridere , ufficialmente chiamata “faccia con lacrime di gioia.
Dopo “selfie”, nominata nel 2013 parola dell’anno, e prima ancora “GIF”, onorata del premio nel 2012, dunque, Oxford ha fatto un ulteriore passo verso le forme di comunicazione online premiando per la prima volta un pittogramma, scelto stavolta tra papabili vincitori come “Ad Blocker”, “Dark Web”, “rifugiato”, “sharing economy” ed il pronome inglese “they” (loro) utilizzato per indicare coloro che non si identificano con le identità sessuali maschile e femminile.
Come si legge nelle motivazioni offerte dall’istituzione, nell’ultimo anno si è registrata una vera e propria esplosione della cultura delle emoji : numeri a cui l’istituzione ha lavorato redigendo frequenze e statistiche insieme alla società attiva in ambito mobile SwiftKey. Da queste emerge che la faccina con le lacrime agli occhi per la felicità rappresenta il 20 per cento delle emoticon utilizzate nel 2015 nel Regno Uniti ed il 17 per cento negli Stati Uniti .
Più in generale, l’emoji scelta rappresenta l’evoluzione delle modalità e dei bisogni di comunicazione del 21esimo secolo: le emoji “hanno il pregio di essere flessibili, immediati ed in un certo senso belle”, tanto da diventare “una forma arricchita di comunicazione, che riesce a trascendere i confini della linguistica”.
Non è dato sapere come le emoji siano rintracciabili fra i lemmi del dizionario.
Claudio Tamburrino