Roma – Milioni di utilizzatori tutti i giorni, innumerevoli file scambiati grazie al suo supporto: Razorback, server di riferimento per l’intera comunità di eMule/eDonkey, tra le più utilizzate soluzioni peer-to-peer, è inagibile. Nelle scorse ore la polizia belga ha infatti provveduto al suo sequestro .
La notizia è apparsa ieri inizialmente su alcuni forum e non tutti i particolari sono ancora noti; di certo è un annuncio destinato a scuotere l’intero ambiente: Razorback aveva da anni acquisito una popolarità senza eguali per la disponibilità di indici di milioni di file. Come sempre, vista la particolarità della tecnologia eDonkey, nessun file era effettivamente conservato sulle sue macchine: Razorback si limitava cioè a indicizzare i file che circolavano sulla rete.
In sé il sequestro dei server Razorback, collocati in Belgio sebbene gestiti da un’associazione svizzera, non giunge come un fulmine a ciel sereno : già da tempo, da almeno due anni, le autorità investigative avevano iniziato a monitorare le attività del server, considerandolo responsabile per la disseminazione di moltissimi film, brani musicali ed altre opere protette dal diritto d’autore. Le indiscrezioni fin qui trapelate affermano che anche l’amministratore principale di Razorback sarebbe in stato di fermo.
Slyck.com segnala come ora sulla rete P2P siano presenti solo “Razorback fasulli”, ovvero server realizzati dalle forze dell’ordine per monitorare e raccogliere dati sul traffico. Anche per questo, e per la continua attività di monitoraggio delle reti, la notizia del sequestro ha suscitato anche un certo allarme negli utenti. Ma va detto che, come riporta tra gli altri anche Zeropaid , nessun dato personale era archiviato sui server Razorback, e questo perché, vista la quantità di utenti che vi accedono, conservare un log con gli IP degli accessi si sarebbe rivelata un’impresa titanica, oltreché costosa.
Di interesse il fatto che i promotori di Razorback si siano distinti nel tempo per il loro tentativo di conciliare l’attività di condivisione con la distribuzione legale di opere , tanto che in più di un’occasione il server è stato utilizzato per distribuire file protetti con tecnologie DRM dai rispettivi produttori. Non solo, l’associazione Razorback aveva già dichiarato di voler realizzare una sorta di “lista nera” dei contenuti, per poter filtrare quelli protetti da diritto d’autore e affermare dunque l’utilizzo delle tecnologie peer-to-peer per finalità legali.
Sebbene la chiusura di quei server sia destinata ad impattare sul traffico eMule/eDonkey, gli utenti di questi sistemi, come fa notare P2Pforum.it , già da tempo e sempre più frequentemente ricorrono alla rete Kad , network decentralizzato basato sul protocollo P2P Kademlia.