Attirare una più vasta massa di utenti, con prezzi più bassi rispetto a quelli di iTunes. Questo l’obiettivo recentemente annunciato da Adam Klein, a capo del retailer musicale eMusic. Ed è una significativa rivoluzione quella che attenderà al varco circa 400mila iscritti alla piattaforma di distribuzione statunitense. L’attuale catalogo di eMusic verrà rimpolpato, in seguito ad accordi presi con tre delle quattro grandi sorelle del disco.
Nello store musicale entreranno infatti brani appartenenti ai cataloghi di Warner, Sony e Universal , venduti ad un prezzo superiore a quello precedentemente stabilito per circa 10 milioni di canzoni provenienti da svariate etichette indipendenti. Come sottolineato dallo stesso CEO di eMusic, il meccanismo dei crediti – sorta di buoni validi per l’acquisto di brani al prezzo unitario di 0,50 dollari – verrà smantellato .
Tutte le canzoni indie verranno così vendute al prezzo di 0,49 dollari ciascuna , mentre quelle facenti capo alle major verranno offerte a prezzi variabili. Fino ad un massimo di 0,89 dollari per i singoli più recenti , tenendo presente che quelli forniti da Universal saranno vecchi di almeno un anno. Il CEO di eMusic ha quindi spiegato come si tratti di un listino più competitivo di quello stabilito dalla piattaforma di Apple, in cui il prezzo massimo è fissato a 1,29 dollari.
La mossa annunciata dal retailer statunitense non pare aver entusiasmato un gruppo di etichette indipendenti, tra cui Domino, Merge e Beggars Group. Le nuove condizioni imposte da eMusic – ovviamente per andare incontro alle richieste delle major – sarebbero impossibili da accettare , almeno secondo il CEO di Matador Records. Lo stesso gruppo di indie label ha quindi annunciato la fuoriuscita dalla piattaforma.
C’è chi ha sottolineato come questo stesso esodo rappresenti una pericolosa minaccia per eMusic. La base di iscritti alla piattaforma sarebbe ormai ferma a 400mila dal 2007 . Cataloghi appetibili come quelli di Arcade Fire e Belle & Sebastian non sarebbero più disponibili per gli utenti. Un grande rischio, soprattutto per un retailer che ha fatto della musica indipendente il suo vero punto di forza.
Mauro Vecchio