La Nigeria è il secondo paese al mondo ad aver introdotto una CBDC, dopo le Bahamas. Dell’iniziativa abbiamo scritto su queste pagine ormai oltre un anno fa, citando la volontà espressa dalla banca centrale di mettere in circolazione ciò che è poi diventata la eNaira. In occasione di un intervento andato in scena ieri, il governatore Godwin Emefiele ha reso noto come sta andando il progetto, in quale direzione sta evolvendo.
Nigeria e CBDC: i numeri della eNaira
Dall’ottobre scorso, la naira digitale è stata impiegata per effettuare transazioni con un ammontare equivalente a circa 9,3 milioni di dollari. L’applicazione mobile dedicata è stata scaricata 840.000 volte. Inoltre, il volume dei wallet attivi è stimato in 270.000.
I numeri sono da interpretare tenendo conto di una popolazione composta da 200 milioni di abitanti, il 40% dei quali non risulta in possesso di un conto bancario. È proprio in un contesto simile che la Central Bank Digital Currency può tornare utile ai fini dell’inclusione finanziaria.
Emefiele ritiene notevoli
i risultati fin qui ottenuti, non nascondendo però come ancora ci sia parecchio da fare. La prossima settimana prenderà il via la seconda fase dell’iniziativa. È quella che mira a estendere il bacino d’utenza ad altri 8 milioni di persone. Per aprire un wallet non bisognerà far altro che digitare un codice sul telefono.
L’ultimo paese in ordine cronologico ad aver annunciato la volontà di introdurre una CBDC è la Colombia. Il governo di Bogotá ha un obiettivo ben preciso: contrastare la piaga dell’evasione che impatta sulle casse pubbliche, da raggiungere anche applicando un giro di vite alla circolazione dei contanti.
A differenza delle criptovalute più note (Bitcoin, Ethereum o altre) scambiate su exchange come Binance, questi asset digitali sono emessi da una banca centrale e non risultano esposti a volatilità.