L’impegno di Tesla sul fronte delle energie rinnovabili si è rafforzato negli anni scorsi con l’acquisizione di SolarCity. Di lì a poco l’azienda di Elon Musk è diventata il principale fornitore di pannelli fotovoltaici negli Stati Uniti, ma di recente il primato è stato perduto scivolando in terza posizione tra i player del mercato per volume di business, dietro a Sunrun e Vivint Solar.
Tesla, pannelli fotovoltaici e Solar Roof
Ora il gruppo punta a recuperare la leadership, con una strategia ben precisa: tagliere i prezzi dei moduli così da attrarre nuovi clienti. Lo farà garantendo comunque sostenibilità al business e delegando all’acquirente l’esecuzione di alcune operazioni necessarie che altrimenti richiederebbero l’intervento in loco di un tecnico prima dell’installazione come l’acquisizione e l’invio delle fotografie relative a contatori e altre parti dell’impianto domestico. La spesa sarà ridotta fino a 1,75-1,99 dollari per ogni W dell’impianto (la cifra varia in base a fattori come la località), inferiore rispetto ai 2,85 $/W che oggi rappresentano la media dell’offerta di mercato oltreoceano.
Pare inoltre vicino alla commercializzazione il Solar Roof, quel tetto solare annunciato nel 2016 e dal 2017 presente sull’abitazione di Musk, ma non ancora acquistabile dal pubblico. L’attesa è andata prolungandosi per via della necessità di condurre test severi e approfonditi al fine di garantirne il massimo livello possibile di affidabilità e longevità. Il design è studiato in modo da celare completamente le parti che assorbono i raggi solari per produrre energia, risultando pressoché indistinguibile da una copertura tradizionale.
Va precisato che la decisione di ridurre i prezzi dei pannelli non costituisce una strategia finalizzata a risollevare un business in perdita. La divisione è in attivo, ma come già scritto si è posta l’obiettivo di recuperare le quote di mercato cedute alla concorrenza. Il discorso è differente per il gruppo nella sua complessità, che nell’ultimo trimestre ha fatto registrare 702 milioni di dollari di perdite, dovute in gran parte a un rallentamento nella vendita delle auto elettriche e ad alcune difficoltà incontrate nel commercializzarle in territori come l’Europa o la Cina. Il trend, secondo i vertici aziendali, rimarrà negativo nel Q2 2019 per poi invertirsi dalla metà dell’anno in avanti.