Adottare un Energy Recovery Fund, sostenuto e finanziato dal debito pubblico europeo, con modalità simili a quanto avvenuto per contrastare le conseguenze della pandemia. È questa, secondo Stefano Patuanelli, la risposta che il vecchio continente deve dare al vertiginoso aumento dei prezzi di queste settimane.
Come per la pandemia, un Energy Recovery Fund
Le ricadute sono avvertite in modo pesante sia sul fronte dell’energia con il caro bollette sia per quanto riguarda l’approvvigionamento delle materie prime. Il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali lo ha sostenuto nell’informativa al Consiglio dei Ministri relativa all’impatto della guerra in Ucraina sull’economia del nostro paese.
L’intervento di Patuanelli focalizza l’attenzione sulle difficoltà manifestate dal settore agroalimentare, ma le ripercussioni di quanto sta avvenendo interessano la totalità degli ambiti produttivi, nessuno escluso.
È in discussione la natura del mercato unico UE.
Nella ricerca di possibili soluzioni alla crisi, l’Italia si è mossa per trattare l’importazione di gas da fornitori diversi dalla Russia, mentre l’Europa guarda più avanti puntando soprattutto sulle rinnovabili con la definizione del piano REPowerEU.
La strategia già programmata dal vecchio continente nel nome della sostenibilità, con l’obiettivo a lungo termine di contrastare il cambiamento climatico, sembra poter essere in qualche modo accelerata dalla minaccia dei fattori legati al conflitto scoppiato nelle scorse settimane. Vi è l’esigenza di annullare ciò che oggi è di fatto una dipendenza da quello stesso nemico che Bruxelles sta cercando di colpire attraverso una serie di importanti sanzioni economiche. Se da un lato il blocco UE cerca di penalizzare il Cremlino impegnato nell’invasione dell’Ucraina, dall’altro continua a riversare miliardi nelle casse russe per non interrompere l’importazione del gas.