Il supercalcolatore di Eni è realtà. A distanza di pochi anni dal lancio del Green Data Center di Ferrera Erbognone, fin dal primo giorno all’avanguardia a livello internazionale in termini di potenza di calcolo ed efficienza energetica, il gruppo del cane a sei zampe rilancia accendendo il nuovo HPC5 (High Performance Computing 5).
Oggi Eni inaugura un’infrastruttura di supercalcolo dalle caratteristiche uniche al mondo in ambito industriale, in grado di potenziare e perfezionare ancora i più complessi processi aziendali a supporto delle attività delle persone Eni, accelerando il nostro processo di digitalizzazione e trasformazione. Questo è un momento importante nel percorso di transizione energetica. È un ulteriore passo avanti verso il traguardo globale che condividiamo con i partner tecnologici e di ricerca: rendere le energie di domani una realtà sempre più vicina
Claudio Descalzi
HPC5: estrarre valore dai big data
“Il nuovo supercalcolatore“, spiega Eni, “affianca il sistema precedente (HPC4) triplicandone la potenza di calcolo da 18 a 52 PetaFlop/s, vale a dire 52 milioni di miliardi di operazioni matematiche svolte in un secondo, permettendo all’ecosistema di supercalcolo Eni di raggiungere una potenza di picco totale pari a 70 PetaFlop/s“. Sono molti i carichi di lavoro previsti per la nuova infrastruttura, ma l’obiettivo principale è quello di ottimizzare le performance del gruppo in termini di ricerca nel sottosuolo. Eni, infatti, ha caratterizzato gli ultimi anni con una serie di importanti scoperte di nuovi giacimenti (soprattutto gas, soprattutto presso il bacino egiziano di Zohr) e il merito è da attribuirsi in gran parte alla forza computazionale sviluppata nel Green Data Center e gestita dai ricercatori del gruppo. Il nuovo strumento moltiplicherà il potenziale in mano all’azienda, potendo ulteriormente ottimizzare la gestione dei dati proveniente dai laboratori in giro per il mondo, consentendo un’esplorazione più mirata e, in prospettiva, ulteriori riduzioni dei costi.
Eni definisce il proprio supercalcolatore senza mezzi termini come “il più potente al mondo in ambito industriale“, dando così seguito ad una vocazione che perdura ormai da inizio millennio. Al proprio fianco il gruppo vanta la collaborazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), del Politecnico di Torino, dell Massachusetts Institute of Technology (MIT), della Stanford University, oltre a partner tecnologici quali Dell Technologies, Intel e Nvidia.
HPC5 non sostituisce il precedente HPC4, ma se ne affianca aggiungendo forza computazionale verso livelli mai raggiunti prima dal comparto. Il tutto va nella direzione delineata dall’amministratore delegato già anni or sono: il gruppo italiano vuole essere pronto ad affrontare qualsivoglia panorama nel mondo dell’estrazione, facendosi trovare con costi snelli e grandi potenzialità di ricerca. L’innovazione era la miglior risposta possibile e il gruppo ha così inseguito questa strada con investimenti di altissimo profilo, con una sede deputata allo scopo, con un impianto fotovoltaico di grandi dimensioni ad affiancare le fonti di approvvigionamento tradizionali e dando così vita ad una eccellenza internazionale.
Estrarre valore dai big data, insomma, come requisito per l’estrazione di valore dal sottosuolo: HPC5 è al centro di tutto ciò, per accelerare il perseguimento di nuove scoperte e aumentare il posizionamento strategico del gruppo nel settore.