ENISA (Eropean Network and Information Security Agency) ha pubblicato il rapporto finale sui risultati del test Cyber Europe 2010 , una simulazione di cyber-attacco condotta a livello continentale e tesa a valutare la capacità di risposta e reazione delle istituzioni a questo genere di minaccia.
Il cyber-storm europeo ha consentito all’agenzia comunitaria di stabilire innanzitutto un difetto di comunicazione tra le istituzioni dei paesi coinvolti nel test : il 55 per cento dei partecipanti ha dimostrato di non avere le idee ben chiare su chi contattare a seguito di un attacco.
È la capacità di coordinamento il principale tallone d’Achille della cyber-sicurezza frammentaria dell’Unione Europea, dice ENISA, senza considerare la necessità di una cooperazione con il settore privato che l’agenzia medita di valutare con maggior attenzione nei prossimi test.
Nondimeno, nonostante i risultati non proprio lusinghieri, le autorità europee si sono dette ben felici di avere accesso alle informazioni raccolte dall’iniziativa Cyber Europe 2010 (l’86 per cento), informazioni che in un prossimo futuro – entro fine 2011 – dovrebbero arricchirsi ulteriormente grazie a una simulazione su scala ancora più ampia a opera di Europa e Stati Uniti insieme.
Che i cyber-attacchi rappresentino un orizzonte sempre più importante anche in ambito europeo lo dimostra infine il recente attacco al network di ESA (European Space Agency) portato dall’hacker TinKode : un attacco che ha permesso all’ignoto smanettone di penetrare nei server e rubare ogni genere di informazioni riservate. Nessun problema , dice ora ESA, quelle informazioni erano principalmente costituite da dati scientifici pensati per essere condivisi con le istituzioni e i partner al lavoro assieme all’agenzia spaziale.
Alfonso Maruccia