Aveva le potenzialità per influenzare l’intero scenario del web moderno e di alcune delle tecnologie telematiche oggi più comuni, ma la pesante minaccia di Eolas Technology di far valere il suo (presunto) copyright sul Web interattivo si è infranta contro il muro di una giuria: uno dei due brevetti non è valido, hanno stabilito i suoi membri.
Il distretto legale scelto da Eolas (Texas orientale) era di quelli generalmente favorevoli all’accusa nei casi di brevetti contesi, ma questa volta le cose sono andate in maniera inaspettata : il brevetto ‘906 del 1998 – che assieme al brevetto ‘985 concesso nel 2009 copriva una buona parte delle tecnologie Web interattive come AJAX e plugin per il browser – non è valido, quindi il processo e le pretese di Eolas non hanno ragion d’essere.
Le grandi aziende possono dunque tirare un sospiro di sollievo: Google si dice “soddisfatta” del fatto che la corte abbia “definito i brevetti invalidi, perché conferma la nostra posizione sulla mancanza di merito delle accuse”. Anche Tim Berners-Lee, che per la prima volta in vita sua è stato costretto a entrare in tribunale come testimone sul merito della questione sollevata da Eolas, su Twitter definisce la sentenza texana come una “buona cosa”.
È dunque la fine per l’azione di patent trolling di Eolas Technologies, misconosciuta società texana senza prodotti concreti da offrire a parte i suoi brevetti sulle tecnologie Web? In un precedente caso intentato contro Microsoft, Eolas porto la contesa fino alla Corte Suprema e la spuntò, quindi è prevedibile che ci sia un tentativo di ribaltare la situazione dopo la pesante battuta d’arresto subita in questi giorni.
Alfonso Maruccia