Web (internet) – 100hot.com ne ha fatto uno studio e l’associazione pro-privacy elettronica EPIC l’ha immediatamente ripreso per sfruttare la propria cassa di risonanza. Il succo è che le cento principali aziende americane impegnate nel commercio elettronico sono “a rischio privacy”.
EPIC, citando il rapporto di 100hot.com, ha spiegato che non ce n’è uno di negozio virtuale tra i principali a rispettare i principi essenziali della privacy. In sintesi: 18 siti non hanno allestito una policy, 35 hanno sponsor in permanente caccia ai dati personali, 86 utilizzano i cookie. Le informazioni sulla privacy pubblicate sono giudicate incomplete, confuse e inconsistenti.
Lo studio, che sembra dare ragione ai 67mila utenti intervistati da Forrester Research che lo scorso settembre avevano espresso le proprie preoccupazioni proprio per la gestione dei dati personali dai siti di eshopping.
Secondo EPIC è ora che il governo statunitense intervenga a definire alcuni principi di privacy di base: “c’è il grande mito, sponsorizzato dal governo, dell’autoregolamentazione. Imprese e istituzioni non guardano più a soluzioni alternative. Una regolamentazione leggera potrebbe risolvere”.