Dopo aver perso contro Apple negli Stati Uniti, Epic Games cercherà ora di ottenere una vittoria in Australia. Nel corso dei prossimi sei mesi, Jonathan Beach ascolterà le testimonianze di entrambe le parti in merito alla presunta violazione della legge antitrust da parte dell’azienda di Cupertino. Il caso verrà esaminato insieme a quello simile contro Google.
Lo scontro continua in Australia
Quando Apple ha rimosso Fortnite dal suo store, Epic Games non ha presentato una denuncia solo negli Stati Uniti, ma anche in Australia, Europa e Regno Unito nel 2021. Una simile denuncia era stata presentata contro Google presso il tribunale di Melbourne.
La discussione dei due casi era stata sospesa in attesa dell’esito negli Stati Uniti. Dato che i processi statunitensi sono terminati (Epic ha perso contro Apple e vinto contro Google), lo scontro australiano può ricominciare. Il giudice ha però stabilito di unire i due casi per evitare l’inutile duplicazione delle testimonianze. Le accuse di Epic contro Apple e Google sono infatti simili: abuso di posizione dominante nella distribuzione delle app e dei metodi di pagamento.
Ci sono ovviamente alcune differenze, in quanto Google permette l’installazione di store alternativi e il sideloading delle app. Entrambe le aziende chiedono però una commissione per gli acquisti in-app (15% o 30%). Il processo durerà almeno sei mesi e sicuramente proseguirà nel 2025 con i vari appelli.
Nel Regno Unito è ancora in corso l’indagine antitrust della CMA (Competition and Markets Authority). In Europa viene applicato il Digital Markets Act che ha imposto diverse modifiche ad Apple, tra cui l’installazione di store alternativi e l’uso di metodi di pagamento di terze parti, ma Epic Games ha criticato le soluzioni adottate dall’azienda di Cupertino (in particolare la nuova Core Technology Fee).