Come anticipato dal CEO Tim Sweeney a metà gennaio, Epic Games ha comunicato che presenterà una nuova denuncia contro Apple. La software house afferma che l’azienda di Cupertino ha violato l’ordine del tribunale in merito alla cosiddetta clausola anti-steering, introducendo la nuova commissione del 27% per i pagamenti effettuati all’esterno di App Store (solo negli Stati Uniti).
Nuovo scontro in tribunale
Dopo oltre tre anni dall’avvio del processo, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto le richieste delle parti di rivedere la decisione del tribunale di secondo grado. Apple ha quindi annunciato le modifiche alle linee guida dello store per rispettare l’ordine del giudice. L’azienda di Cupertino permette agli sviluppatori di inserire link a metodi di pagamento esterni, ma è obbligatorio versare una commissione del 27% (12% per gli iscritti al programma Smal Business).
L’ingiunzione non vieta ad Apple di chiedere una nuova “tassa”, come è stata definita da Epic Games. Gli sviluppatori devono però pagare una commissione anche al PSP (Payment Service Processor) esterno, quindi la percentuale totale supera il 30% del metodo di pagamento dell’azienda di Cupertino (che deve comunque essere offerto come alternativa). Inoltre, la procedura di acquisto deve essere completata sul sito dello sviluppatore (via browser) e non all’interno dell’app.
Gli avvocati di Epic Games ritengono che Apple non abbia rispettato l’ordine del giudice. La software house ha comunicato che chiederà un incontro con i dirigenti dell’azienda di Cupertino, ma l’esito sembra scontato. Anche Spotify ha criticato il “trucco” usato da Apple.
Aggiornamento (4/02/2024): la giudice Yvonne Gonzalez Rogers ha concesso l’avvio di una class action da parte dei consumatori che sono stati costretti a spendere di più perché Apple aveva vietato l’uso di metodi di pagamento esterni.