Alle 9:00 di ieri (le 18:00 in Italia) è iniziato il processo nato dalla denuncia presentata da Epic Games contro Google nel 2020. Durante il primo giorno, i rispettivi team legali hanno esposto le dichiarazioni di apertura. Secondo la software house che sviluppa Fortnite, l’azienda di Mountain View ha abusato della sua posizione dominante per imporre il suo sistema di pagamento.
Botta e risposta tra Epic e Google
Gary Bornstein, capo del team legale di Epic Games, ha subito mostrato un grafico che evidenzia un market share del 90% per il Google Play Store nel 2020. L’avvocato ha dichiarato che questo monopolio è stato ottenuto con la strategia “bribe or block” (corrompere o bloccare), ovvero offrendo soldi agli sviluppatori per convincerli a non scegliere uno store concorrente.
Bornstein ha sottolineato che Google permette il sideloading delle app, ma la procedura viene ostacolata. Occorrono diversi passi per installare un’app e l’utente vede messaggi “intimidatori” che lo avvisano del pericolo. L’avvocato ha ammesso che Epic Games ha aggirato il sistema di pagamento di Google tramite un aggiornamento per Fortnite, ma non ha causato nessun danno agli utenti. Bornstein ha concluso affermando che Google ha usato diverse pratiche anticoncorrenziali per mantenere il suo monopolio.
L’avvocato di Google, Glenn Pomerantz, ha evidenziato che ci sono altri concorrenti nel mercato (Apple) e che gli utenti Samsung possono utilizzare anche il Galaxy Store. Pomerantz ha inoltre affermato che i 16 passi necessari per installare Fortnite tramite sideloading non sono eccessivi. Infatti oltre un miliardo di utenti ha seguito questa strada.
Per quanto riguarda la commissione del 30%, l’avvocato ha sottolineato che è la stessa percentuale pagata da Epic Games sugli store di Nintendo, Xbox e Steam. I concorrenti possono inoltre aprire un app store, dal quale Google non riceverà nessuna commissione. Il processo durerà circa cinque settimane. La decisione finale dovrebbe arrivare prima di Natale.